Il grande amico di Ubitennis, Rino Tommasi, presenta a Roma il libro “Il ring invisibile” di Alban Lefranc: una biografia immaginaria che scava nella gioventù del mito Cassius Clay, ovvero Muhammad Ali, ovvero The People’s Champion. Da dove gli viene tutta quella forza e quell’aura magica che ancora lo circonda?
..la copertina del Ring invisibile di Cassius Clay.. |
Domenica 8 dicembre, alle ore 11.00,
all’interno della manifestazione Più libri più liberi a Roma, Rino Tommasi
parteciperà alla presentazione del libro Il
ring invisibile. L’autore è un francese, Alban Lefranc, che con questa
opera ha vinto il premio Grand Prix Sport et Littérature, assegnato dall’Associazione
scrittori sportivi francesi.
Gli estremi del libro:
Alban Lefranc, Il ring invisibile.
Roma, 66thand2nd, 2013 – Attese, 22 - 143 p. -
Eur 15,00
ISBN : 9788896538692
Con quest’ultima fatica
letteraria, Alban Lefranc dà un’ulteriore prova della sua bravura in un genere
nuovo. Il ring invisibile è, infatti,
definito una biografia visionaria, immaginaria, della gioventù di Cassius Clay,
il futuro Muhammad Ali: di certo l’icona sportiva per eccellenza, un
personaggio che non ha bisogno di presentazioni; il simbolo che valica tutti i
confini di genere e professioni.
Ma, secondo noi, è qualcosa di
più. Non solo una biografia “possibile”, bensì un dialogo tra l’adolescente
Cassius e il suo dèmone, nell’accezione greca del termine. Ovvero un essere che
si pone a metà strada tra l’Umano e il Divino; insomma, il Genio che possiede il
Grande Ali.
In questo libro tutto parte da
una frase contenuta nell’autobiografia del pugile, in cui si racconta come il
padre gli parlasse della morte di un giovane afroamericano, Emmett Till, e come
questo episodio crescesse dentro di lui fino a diventare la forza del
combattimento. Emmett Till era un adolescente nero, orrendamente torturato e
brutalmente ucciso nell’agosto 1955 nella cittadina di Money, Mississippi. La
sua colpa: aver guardato negli occhi una donna bianca. Grazie al coraggio della
famiglia, in particolare della madre che volle una cerimonia funebre a bara
scoperta – per far vedere come avevano ridotto suo figlio -, questo episodio
divenne un evento chiave dell’affermazione del movimento per i diritti civili
statunitense. Emmett e la sua tragica fine entrarono nel DNA della comunità
afroamericana e del giovane Cassius, allora tredicenne; Alban Lefranc ne fa non
solo la molla dello spirito indomito che lotta per l’affermazione dei diritti
del suo popolo (Ali era detto anche: The People’s Champion), ma anche, appunto,
vi vede il dèmone personale del futuro campione del mondo dei pesi massimi.
Emmett Till è il filo rosso,
rosso di sangue, che attraversa questo libro. Che accompagna l’adolescente
Cassius nelle sue paure e nelle sue affermazioni. Il futuro campione parla con
Emmett come un profeta biblico può rivolgersi a un’anima dell’aldilà: “Ascolta,
Emmett, ascolta la mia promessa: a te che non hai più una faccia, io darò la
mia”.
Cassius Clay deve però affrontare
anche altre prove per diventare Muhammad Ali. Deve affrontare i problemi di
casa: il padre alcolizzato, pittore di insegne per negozi; il circuito della
boxe e degli sciacalli che lo abitano; fare i conti con gli afroamericani che
vedono in ogni pugile nero un’ispirazione, molto di più che uno sportivo da
ammirare: come quel ragazzo che condannato a morte invocava l’idolo della boxe
nera Joe Louis (“Save me Joe Louis, Save me Joe Louis”; ora questo racconto sembra
sia solo un mito, ma un mito che ha avuto un peso incredibile nella nostra
storia).
Cassius deve anche affrontare la
paura degli aerei, ma ne deve prendere uno per venire a Roma a vincere la
medaglia d’oro delle Olimpiadi nel 1960; e soprattutto deve imparare a
relazionarsi con le donne.
È un romanzo di formazione vissuto
nella testa di Cassius Clay, questo libro. E nella testa di Alban Lefranc, cioè
di tutti noi che abbiamo in Muhammad Ali non solo il campione che volava
leggero come una farfalla e pungeva come un’ape, ma anche uno dei più grandi
simboli degli ultimi cento anni. A proposito: in questo libro Ali vola come una
farfalla perché non permette a nessuno di toccargli il viso, dopo quello che è
successo alla faccia di Emmett.
Per raggiungere tutto questo,
però, Cassius Clay ha bisogno di costruirsi i propri confini spazio-temporali,
definire riferimenti che lo rendono sicuro e invincibile: è così che nasce il Ring
Invisibile; lasciamo ai lettori scoprire in effetti di cosa si tratta.
E siamo tutti molto curiosi di scoprire
cosa dirà il nostro Rino Tommasi, presentando questo libro, di questo gigante
del XX secolo, lui che è volato a Kinshasa nell’ottobre 1974 per raccontarci lo
storico incontro con George Foreman; lui che lo ha incontrato più volte e
conosce perfettamente il mondo della boxe; lui che però mette Muhammad Ali
secondo nelle classifiche di tutti i tempi, dopo Joe Louis.
Pubblicato su Ubitennis il 07/12/2013
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