Un romanzo di formazione pluviale. Benvenuti alla nuova rubrica di consigli per la lettura durevole nel breve, ma anche lungo, tempo di una giornata.
Quello che più colpisce in questo breve, ma anche lungo,
romanzo romanzato, è la persistenza durevole dell’odore del bitume che pervade
dall’inizio alla fine le pagine scure e chiare del libro. L’autore, giovane
penna già dal glorioso passato, insiste pervicacemente sulle pozze e sul loro
cangevole umore.
Seguendo la sempre verde - e mai inutilmente abusata – massima
flaubertiana del “feci quod potui non ut volui”, saremo circonfusi dall’aurea
rotonda e spessa del convincimento del protagonista che persegue con notevole
mollezza morale la propria discesa al Paradiso. “Solo chi non si ribella alla
virtù” – citiamo la succosa frase d’introspezione introduttiva – “lascia la
vecchia strada per la nuova, sapendo cosa lascia, ma non quel che trova”.
Guidati da questa bussola di pensiero, ci si barcamena nei
meandri insoliti di emozioni latenti, chiamiamole così, se vogliamo. Dove il più
e il meno si attraggono come poli invertiti, come se il più fosse meno e il
meno fosse più, creando una corrente alternata, che ora va e che ora viene,
come una marea danzante di parole e lettere d’inchiostro nere; nere come l’asfalto
bagnato.
Musica d’accompagnamento consigliata: The House of the
Rising Sun – The Animals
Nessun commento:
Posta un commento