Il numero 1 al mondo, Novak
Djokovic, ha la meglio su Stanislas Wawrinka solo dopo una battaglia di oltre 5
ore con il punteggio di 1-6, 7-5, 6-4, 6-7 (5), 12-10. Accede così ai quarti
dove l’aspetta il ceco Berdych. Partita da incorniciare, e finalmente un po’ di
pepe su questi Australian Open.
Sembra che l’Australia prolunghi
le partite sempre più al limite per il serbo Novak Djokovic. Dopo la finale eterna della scorsa edizione contro
l’assente Nadal, un’altra entusiasmante ed epica lotta lo ha visto vincitore
quest’oggi. Non era una finale, ma un
incontro di ottavi che tutti consideravano banale per lui, il Robocop del
tennis moderno. Tabellone agile, autostrade aperte e altre amenità abbiamo
sentito in questi giorni, quasi dimenticando che uno Slam non è mai una passeggiata domenicale. E infatti gli ci son
volute ben 5 ore e due minuti per aver
ragione dello svizzero Stanislas Wawrinka con il punteggio di 1-6, 7-5, 6-4,
6-7 (5), 12-10. È un punteggio che parla da solo: è stato il miglior match del torneo sino a questo momento, forse la
miglior partita del numero due svizzero e una girandola continua di emozioni e
colpi da manuale del tennis del ventunesimo secolo. D’altra parte, Djokovic, nell’intervista di ieri sera
andata in onda su Eurosport aveva giustamente decantato la consistenza di Stan,
facendo notare che l’ombra di Federer lo ha penalizzato, ma che si trattava
comunque di un osso duro, non per nulla da diverso tempo lo si trova tra i
primi venti del mondo, e non per nulla si è presentato tra i canguri con il
numero 15 delle teste di serie.
A queste dichiarazioni non sembrava
però seguissero i fatti: pronti, via, e
il campione uscente si trova sotto di un set a zero, perso 6-1 e scioccato
dalla partenza sprint dello svizzero, che spinge ancora sull’acceleratore e
nel secondo set va anche sul 4-1 e poi a due quindici dall’incamerare il
secondo parziale. È forse questo l’unico
vero rimpianto che Stanislas dovrà digerire prima dei prossimi tornei. Ed è
questa la differenza tra un campione e un cannibale come Djoko. Messo in
saccoccia con fatica l’1-1, inizia un altro match. Djokovic fa il Djokovic ma
non riuscirà mai a scrollarsi di dosso il tignoso svizzero, che gli rimane con
il fiato sul collo e con un tie-break ben gestito si porta sul 2-2. Il quinto
set è da annali, come quasi tutti quelli che finiscono oltre il 7 a 5. Wawrinka si dimostra spesso coraggioso,
annullerà alla fine ben tre match point giocando a tutto braccio, altre volte
sembra avere un po’ di braccino, come nel nono gioco, quando, procuratosi quattro
palle break lascia l’iniziativa all’avversario, e saranno le sue ultime chances
di vittoria. Chiude infine Novak con un roboante 12-10 e una maglietta
strappata all’incredibile Hulk, stesso gesto della finale dell’anno scorso,
guarda caso…
Ora però, passata l’adrenalina, ci sarà da fare i conti con il recupero da questa
faticaccia e affrontare Thomas Berdych, certo non uno che salta sempre sul
treno che passa. Si sa che Nole si esalta nelle difficoltà e nelle imprese, ma
dovrà stare attento al bombardiere ceco, che ha un’occasione d’oro tra le mani,
anche se la superficie degli Australian Open non è velocissima e i suoi servizi
faranno meno male di quanto potrebbero.
Pubblicato su Vavel.com il 20 gennaio 2013
http://www.vavel.com/it/tennis/210972-djokovic-la-spunta-su-di-un-epico-wawrinka.html
http://www.vavel.com/it/tennis/210972-djokovic-la-spunta-su-di-un-epico-wawrinka.html
Nessun commento:
Posta un commento