giovedì 24 dicembre 2015

Lisboa dia 2 - 20/12/2015: Pelo incomodo (trad.: per il disagio..)

Domenica lisbonetana, dopo la colazione continentale siamo pronti a scoprire e marciare come dei soldatini (di piombo).
Tappa uno: il parco sotto casa, sormontato da un monumento priapesco, e già ci auguriamo non sia una giornata del c...


..senza titolo..
                                                                                                                                                           
Ma la domenica ci arride e si può visitare le serre reali alla portoghese, ovverossia senza pagare. E siamo i soli a perdercisi tra le piante tropicali.
..la cantina del re..


..ola!
Per fortuna non veniamo mangiati dalle piante carnivore, e riusciamo a risalire qualcuno dei sette colli della città vecchia, dove la fa da padrona il tipico tram di inizio XX secolo e i suonatori inesperti di chitarre scordate.
Scopriamo che c'è una chiesa per italiani che ci respinge fin da subito, così come la chiesa senza tetto che è chiusa.
Decidiamo che è la giornata giusta per camminare come dei beduini: fa un caldo assassino e l'acqua che abbiamo ha un sapore indeciso tra la sciacquatura di piatti e l'afrore di cane bagnato.
Cerchiamo miradori e invece siamo noi a essere scrutati da vecchiette che da primi piani invasi da madonne e gesù bambini ci osservano come civette civettuole.


..a senhora do miradouro..
Camminiamo tanto e sudiamo come i suddetti cammelli dei beduini (tanto che alla Reception sono registrato come Nabdoani): ma come sarà Lisboa a luglio?


..mamma..
A questo punto vogliamo raggiungere il museo più importante del Portogallo e vedere un trittico delle Tentazioni di Sant'Antonio (abate) dell'incommensurabile Hieronymus Bosch (bellissimo nonostante un sessantenne si ostini a fotografare ogni personaggio con una lentezza esasperante). Incontriamo i nostri odiati Della Robbia e un magistrale Piero della Francesca, un Rafael Sanzio che ci mostra un miniquadro fatto durante un'uscita a pesca con amici e un insieme variegato di ruberie portoghesi a giro per il mondo, nonché paramenti sacri che farebbero venire la pelle d'oca al buon Francesco (al papa o al santo, fate vobis).
Ne usciamo già con la schiena a pezzi e cerchiamo la pappa, trovando una boulangerie (tipica portoguesa). Si può sedere fuori e come in primavera c'è bisogno di una birra per dissetarsi. Peccato che la cameriera sia la Fata turchina, bellina ma lentina. Ci assorbono la pazienza senza manco in cambio un lauto pranzo. Per fortuna posso chiamare casa da una tipica cabina lisboneta.

Non ci rimane che camminare, anzi no, provare un tram fino a Belem (di treni ci sono solo le rotaie, non le stazioni), dove ci attirano i dolcetti (24,000 al giorno ne sfornano, e tutti per giapponesi o turisti bacalhau come noi).
..che do' pasteis!
Vista la scarsa propensione per la socializzazione ci volatilizziamo verso la foce del Tejo e la Torre, che al tramonto vale il prezzo del biglietto aereo.
Il lungo fiume è una passeggiata lunghissima, ma molto distensiva (da cui il detto: passi lunghi e ben distensivi).

..loro vanno di là, e io vo di qua..
..Enos ululì, Enrico il Navigatore ululà..
Alla fine anche il sottoscritto è cotto nel burro, tanto da addormentarsi nel tram di ritorno.

Per fortuna in albergo ci aspetta il nostro receptionist preferito, Vladimiro, un portoghese di colore con un perfetto italiano e professionale come pochi, che ci consiglia e ci prenota la cena di domani.
Dopo il tardo riposino non ci resta che una cena alentejana in un locale bello, gotico e déco tutto insieme: una specie di Casa della Padania portoghese.
Alentejo libero!
..vongola maiala!
Il piatto tipico, porco alentejano, è a dir poco una sorpresa: spezzatino di maiale con patate al forno e una spolverata di vongole. Burp.
Domani Fado, o della tristezza incombente.
..rua da Saudade..

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