mercoledì 27 settembre 2017

New York New York - day 8 - September 9, 2017

La partenza per il ritorno.
New York è la città che non dorme mai, ma per noi sarebbe stato decisamente troppo puntare a vedere l'alba dopo una qualsiasi di queste giornate non piene, bensì stracolme fino all'orlo. E quindi confessiamo che abbiamo cercato di dormire non appena possibile e per quanto possibile.
Nonostante ciò, o proprio per questo, fare la valigia al mattino prima di partire è sempre un azzardo, e quindi la tecnica del sottoscritto è stata quella di radunare tutto su un letto e poi cercare di giocare a Tetris cercando di vincere ogni schema.
Il gioco successivo è stato quello di portare armi e bagagli in centro a New York - ma qual è il centro di New York? -, e poi fare le ultime cose in programma. Essendo le valigie grandi quasi quanto la stiva dell'aereo, le abbiamo abbandonate a un'agenzia specializzata il cui padrone, secondo noi, deve farsi almeno una piscina al mese con i soldi dei turisti che vi lasciano il peso di tanto shopping... e poi via alla volta della missione più importante: assaggiare il cheesecake newyorkese!
Proprio dietro Times Square si trova uno dei posti più famosi per tale dolce (molto dolce!), una fetta del quale farebbe anche bella mostra in vetrina da Tiffany, e fare colazione da Tiffany sulla quinta strada si sa che sarebbe uno dei sogni preferiti dagli amanti del cinema, pertanto optiamo per una fetta di cheesecake che si chiama qualcosa tipo il ballo del Diavolo del Dragone che osa mangiare tanto cioccolato da far impallidire Willy Wonka e difatti non è stato possibile, in due, finirla in una sola sessione.. ci son volute addirittura due riprese, come su un ring, per assorbire tutto quello zucchero e quel burro! Ma ormai è ufficiale: per me il miglior cheesecake lo farà sempre Sabrina..

Drogati da cotanto zucchero in vena corriamo come impazziti a fare le ultime compere tanto che quando arriviamo al check-in dell'aeroporto siamo costretti a fare la danza della valigia del turista spendaccione, e quindi nell'atrio dell'aeroporto abbiamo aperto le valigie e redistribuito i carichi in modo da non superare il limite imposto dalle compagnie aeree. Questo la dice lunga di quanto sia pericoloso fare shopping a New York!

È stato invece piuttosto complicato lo spedire le ultime cartoline, perché non siamo riusciti a trovare cassette delle lettere in città e, nonostante la lezione impartitaci a Rodi, ci ricaschiamo un'altra volta: siamo costretti a chiedere a qualcuno all'interno dell'aeroporto di imbucare le cartoline per noi, perché anche in aeroporto non ci sono le cassette, le buche delle lettere..
Ci proviamo con un signore distinto della compagnia aerea ma dice che è una cosa che lui proprio non può fare, e, come succede in questi casi, se hai bisogno di un piacere o di un favore, le uniche persone che ti aiuteranno saranno quelle che fanno i lavori più umili, quindi chiediamo a un operatore della pulizia dell'aeroporto se quando va a casa può imbucarci le cartoline e quello accetta molto volentieri e con un bel sorriso!

Per il resto non rimane che provare la pizza, che ancora non avevamo assaggiato, finire l'acqua di cocco (che tra l'altro costava quanto l'argento liquido) e imbarcarsi, lottare per avere un posto vicini (alla fine ci siamo ritrovati dietro la coda dell'aereo: quando il pilota atterrò ad Amsterdam noi eravamo ancora in Galles) e poi mangiare il rancio (che tra l'altro son convinto che contenga delle droghe rincoglionenti), guardare qualche film, bere due birre e aspettare che il pilota non impazzisca tutto d'un colpo.

Poi torni in Italia e piove..
Alcuni lo chiamano shock da rientro!

..l'ultimo saluto ad Abramo Lincoln: impareggiabile guardiano di cappelli e capelli..

..prima di prendere l'aereo, perché non farsi lucidare le scarpe? Sciuscià!

..la lauta cena in quota e la birra Sweetwater..

..il temibile cheesecake..

Pizza! E la mafia e il mandolino?

..bye bye Nuova York..

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