sabato 26 dicembre 2015

Lisboa dìa 4 - 26/12/2015: Ultima extaciò, Experança...

Dovrebbe essere un giorno dedicato a un rientro soft: programmiamo una visita a un museo vicino all'albergo, ma la nostra ineffabile guida ci dà indicazioni errate ed è chiuso.

Allora corriamo come dei matti a Belém a vedere il monastero - manuelino estupendo - dei Geronimi (non gli Indiani d'America, quegl'altri, quelli che li convertivano a forza di alcool...)!

Tensione prepartenza e ne scopriamo pure il motivo: volo ritardato di 7 ore che passiamo nella sala check-in a guardare una mucca su un tetto di un negozio di chincaglieria... Per fortuna la Ryanair ci dà un buono di 10 euro convertito in birra portoghese immantinentemente.

..muuuuu..

Poi, già che ci siamo, invece di volare a Pisa ci fanno scendere alle 2 di notte a Bergamo, ci caricano su un pullmann e con sole 12 ore di ritardo arriviamo freschi come delle rose a casina: 

Lisboa, il Fado l'ha inventato chi t'ha conosciuta!

venerdì 25 dicembre 2015

Lisboa dia 3 - 21/12/2015: A Dança da Poupança..

Missione di oggi: comprare regalini nel paese della dança da poupança (la danza del risparmio)..
..W a Dança..
..la pantera nera..
Dopo la colazione respingente degli hotel moderni ci imbuchiamo fin da subito nella metro alla volta dello Estadio da Luz, lo stadio della luce, dove Eusebio ci consiglia di comprare la sua maglietta del Benfica per amici e parenti: altrimenti pallonate in faccia..
Consiglio ben accetto. Ma ci consiglia male su dove comprare l'acqua. Un centro commerciale dove vigono regole incredibili sulle code. Una fila unica, disperante, di portoghesi non certo amanti della fretta e casse a chiamata.. Affascinante, non avessimo poco tempo. Per fortuna ci sono le macchine automatiche per chi ha pochi oggetti: aiutati da non meno di 5 portoghesi riusciamo anche a pagare e ci involiamo verso la prossima meta, l'Alfama e la Cattedrale. Lasciato il sole della zona alta ci ritroviamo nelle nebbie oceaniche del Tago, da dove ci inerpichiamo verso le alture tra i vicoli arabi. Suggestivo, da mancare il fiato, viste le pendenze e i prezzi dell'oggettistica fatta a mano.


..glen glen dlen dlen..
La cattedrale è gotica, ma anche un po' romanica e costeggiata dai tram elettrici guidati da babbi natali in maniche corte. Non ci resta che salire ancora al castello munito da difese possenti: 8 euro e 50 per delle rovine? Battiamo in ritirata verso il meritato pranzo.
Avendo individuato il posto ("caratteristico", "per locali") ci introduciamo timorosi e l'omino tuttofare ci consiglia per del porco asado e delle polpette di bacalhau: il tutto con riso e patate fritte.
Ormai siamo pazienti e c'è tutto il tempo per osservare i lisboneti. Molto gentili, tanto che un vecchietto mi mostra, puntando il dito, dov'è il lavandino in bagno per lavarsi le mani e dove ci si asciuga. Non ce l'avrei mai fatta da solo..
Dopo il leggerissimo pranzo nel frantoio-friggitoria risaliamo con il tram elettrico fino ad altre chiese rigorosamente chiuse (in quanto è lunedì, e le chiese lavorano di domenica). Ci chiudiamo anche noi in noi stessi e in camera: il sonno ha la meglio..
..Warhol in salsa portoguese (al bachalau)..
Ne usciamo solo richiamati dalla potente voce del Fado. Vladimiro ci aveva prenotati un posticino in una incantevole strada per turisti bacalhau dove tutti ci invitano a mangiare da loro (dopo cena tutti ci offrono hashish e marijuana, e io sospetto di non essere vestito esattamente come un lord inglese dell'Ottocento).
Purtroppo la prenotazione è andata persa, ma troviamo ugualmente posto accanto a due polacche ubriache come cosacchi che ridono per oltre 45 minuti. Poi inizia il Fado, a tristeça, o scoramentu, a saudade.
Alla prima pausa utile ci volatilizziamo come beep-beep e scendiamo alla ricerca dell'ultima cosa che ci manca prima di lasciare Lisboa: la gingjinha.
Caratteristico liquore alla ciliegia venduto in locali specializzati frequentati da gente di dubbia vita.. Evidentemente come il sottoscritto..


Caro Pessoa, la verità è questa:
sai qual è la risposta al perché dell'universo
e al significato della vita e di tutto? 
C'è giusto il tempo di spiegare a Pessoa qualcosa sulla vita e sul significato della stessa, prima di ritornare all'hotel, racchiuso tra gli aerei che ci passano sopra verso l'aeroporto e il Nocturno 76: noto strip club, ma di cui trovo sempre la porta chiusa.. Se suono due volte penseranno sia il postino? Qualcuno sa quante volte suonano i postini in Portogallo?

giovedì 24 dicembre 2015

Lisboa dia 2 - 20/12/2015: Pelo incomodo (trad.: per il disagio..)

Domenica lisbonetana, dopo la colazione continentale siamo pronti a scoprire e marciare come dei soldatini (di piombo).
Tappa uno: il parco sotto casa, sormontato da un monumento priapesco, e già ci auguriamo non sia una giornata del c...


..senza titolo..
                                                                                                                                                           
Ma la domenica ci arride e si può visitare le serre reali alla portoghese, ovverossia senza pagare. E siamo i soli a perdercisi tra le piante tropicali.
..la cantina del re..


..ola!
Per fortuna non veniamo mangiati dalle piante carnivore, e riusciamo a risalire qualcuno dei sette colli della città vecchia, dove la fa da padrona il tipico tram di inizio XX secolo e i suonatori inesperti di chitarre scordate.
Scopriamo che c'è una chiesa per italiani che ci respinge fin da subito, così come la chiesa senza tetto che è chiusa.
Decidiamo che è la giornata giusta per camminare come dei beduini: fa un caldo assassino e l'acqua che abbiamo ha un sapore indeciso tra la sciacquatura di piatti e l'afrore di cane bagnato.
Cerchiamo miradori e invece siamo noi a essere scrutati da vecchiette che da primi piani invasi da madonne e gesù bambini ci osservano come civette civettuole.


..a senhora do miradouro..
Camminiamo tanto e sudiamo come i suddetti cammelli dei beduini (tanto che alla Reception sono registrato come Nabdoani): ma come sarà Lisboa a luglio?


..mamma..
A questo punto vogliamo raggiungere il museo più importante del Portogallo e vedere un trittico delle Tentazioni di Sant'Antonio (abate) dell'incommensurabile Hieronymus Bosch (bellissimo nonostante un sessantenne si ostini a fotografare ogni personaggio con una lentezza esasperante). Incontriamo i nostri odiati Della Robbia e un magistrale Piero della Francesca, un Rafael Sanzio che ci mostra un miniquadro fatto durante un'uscita a pesca con amici e un insieme variegato di ruberie portoghesi a giro per il mondo, nonché paramenti sacri che farebbero venire la pelle d'oca al buon Francesco (al papa o al santo, fate vobis).
Ne usciamo già con la schiena a pezzi e cerchiamo la pappa, trovando una boulangerie (tipica portoguesa). Si può sedere fuori e come in primavera c'è bisogno di una birra per dissetarsi. Peccato che la cameriera sia la Fata turchina, bellina ma lentina. Ci assorbono la pazienza senza manco in cambio un lauto pranzo. Per fortuna posso chiamare casa da una tipica cabina lisboneta.

Non ci rimane che camminare, anzi no, provare un tram fino a Belem (di treni ci sono solo le rotaie, non le stazioni), dove ci attirano i dolcetti (24,000 al giorno ne sfornano, e tutti per giapponesi o turisti bacalhau come noi).
..che do' pasteis!
Vista la scarsa propensione per la socializzazione ci volatilizziamo verso la foce del Tejo e la Torre, che al tramonto vale il prezzo del biglietto aereo.
Il lungo fiume è una passeggiata lunghissima, ma molto distensiva (da cui il detto: passi lunghi e ben distensivi).

..loro vanno di là, e io vo di qua..
..Enos ululì, Enrico il Navigatore ululà..
Alla fine anche il sottoscritto è cotto nel burro, tanto da addormentarsi nel tram di ritorno.

Per fortuna in albergo ci aspetta il nostro receptionist preferito, Vladimiro, un portoghese di colore con un perfetto italiano e professionale come pochi, che ci consiglia e ci prenota la cena di domani.
Dopo il tardo riposino non ci resta che una cena alentejana in un locale bello, gotico e déco tutto insieme: una specie di Casa della Padania portoghese.
Alentejo libero!
..vongola maiala!
Il piatto tipico, porco alentejano, è a dir poco una sorpresa: spezzatino di maiale con patate al forno e una spolverata di vongole. Burp.
Domani Fado, o della tristezza incombente.
..rua da Saudade..

mercoledì 23 dicembre 2015

Lisboa dia 1 - 19/12/2015: O Spaesamentu..

Avremmo dovuto capirlo subito. Appena arrivati al terminal ti mettono in mano una cartina e ti augurano buon divertimento.
Poi cerchi di parlare quel po' di inglese che faticosamente ti sei conquistato, ma loro ti rispondono in italiano.
Insomma, il primo giorno è all'insegna dello spaesamento.
Un po' è colpa di Murphy, dal momento che quando ti serve sapere il nome di una strada ti trovi esattamente dall'altra parte rispetto a dove c'è la targa. In marmo. Sbiadita. Ed è rosso, e i portoghesi non guidano esattamente come gli svizzeri.

Poi succede che l'impatto è ormai uguale in tutti gli aeroporti del mondo: gli stessi odori, le stesse insegne, la stessa metropolitana, la cui nostra fermata è invariabilmente El Corte Inglés che ci accoglie proponendoci O despertar da força e una serie di buffi omini vesiti con mantelli e raggi laser.
Scopriamo fin da subito che:
1. Il portoghese si legge bene, ma si ascolta male;
2. I lisboneti amano dare indicazioni stradali, anche se non sanno leggere le cartine nè tantomeno riconoscono di non sapere dove piffero ti stanno mandando; sicchè si è costretti a chiedere indicazioni sempre a un numero dispari di persone, di diverse età, e poi fare una statistica comparata che dia un'approssimazione accettabile e delle coordinate spazio temporali percorribili.

Il jet lag mette fame e l'incontro con le strade di Lisboa ci mette subito all'erta: le panetterie saranno la mia rovina. Non resisto a far seguire a un panino con l'arrosto una bola con crema. Tanta crema. 
Lisbona si fonda sul fritto e sulla crema pasticcera. Ogni tanto i due pianeti si fondono tra loro. Letteralmente. E nasce il bacalhau..
Ci facciamo portare in camera champagne (da loro vezzeggiato: O espumante) e cioccolata belga inclusa nel lussurioso pacchetto; in cambio cerchiamo di estorcere informazioni su come fermare la ventola del bagno che sembra comandata direttamente dall'Isis. La risposta del cameriere è al fulmicotone: you close the door, you don't listen. Chapeau! Sottinteso: importa a me assai, tanto abito a Cascais.. Portoghesi 1 - Enos 0.

Gli spaesamenti continuano: fa un caldo da maniche corte, autoambulanze uscite dagli anni '60 si lanciano contromano e fanno le pieghe che manco all'Estoril, in vetrina ci sono regine Elisabette che salutano, ma le caldarroste si vendono che manco a Bolzano. 


..bye bye, my Queen..

Peraltro i mercatini sono uguali e pure gli addobbi, le canzoncine no, quelle sono inglesi o americane.
Lo smog la fa da padrone, in compenso gli spazi si dilatano, ma siamo ancora disorientati che dall'albergo al mare ci sia da salire e non da scendere.
Per fortuna ci facciamo guidare dalle piste ciclabili. Nuovissime. Nuovissime per il fatto che nessuno le usi: stranamente, dacché Lisboa è famosa per essere costruita su sette colli ripidi come le cascate del Niagara.

Faticosamente ci intrufoliamo in un ristorante che definire autentico è riduttivo: il cameriere ordina per noi mezze porzioni ed ha ragione: il bacalhau abbonda e ci accompagnerà per lunghi giorni. Il mio prevede: bacalhau rivoltato nelle patate fritte e nella cipolla con aglio al forno; prevede anche di tornare a casa sbuffando come una ciminiera..
Come le insegne dei ristoranti italioti: Il piccolo Napoli, El carpaccio e un'irrestibile campagna marketing dell'Instituto Espanholo che recita: Te gusta el bacalao? A mi me encanta! E come insegna fanno bella mostra di loro tre filetti di baccalà ancora crudi. C'è sempre da imparare.


..me encanta..
..stay hungry, stay tuna..