domenica 19 maggio 2013

Firenze alla ricerca delle radici del Rinascimento

Dal 23 marzo al 18 agosto 2013 Palazzo Strozzi, a Firenze, ospita la mostra La Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460. È una mostra interessante sotto diversi punti di vista, per certi tratti addirittura innovativa, e che si focalizza sulla scultura, considerata come capofila trainante delle altre discipline nel Rinascimento.






È infatti difficile da crederlo, ma il Rinascimento nell’Arte, che nel nostro immaginario è associato agli immortali affreschi e dipinti di MichelangeloLeonardo Raffaello, e all’architettura magnificente del Brunelleschi, in realtà inizia con la scultura. All’interno delle sale di Palazzo Strozzi, il visitatore è guidato in un percorso che tocca le radici che affondano nel Medioevo – il Medioevo di Giotto Arnolfo di Cambio – per passare attraverso le formelle del Battistero di San Giovanni scolpite da Brunelleschi e da Ghiberti, fino ad arrivare alle sculture monumentali, civili e religiose insieme, di Donatello: imponente è la Protome Carafa, una testa di cavallo di oltre due metri che richiama il celebre monumento equestre bronzeo del maestro fiorentino, quello del Gattamelata in Piazza del Santo a Padova, e da mozzare il fiato è poi il suo San Ludovico di Tolosa, che con i suoi quasi tre metri di altezza sembra un gigante buono rannicchiato in una sala, però è un gigante leggiadro, con i suoi panneggi morbidi e ariosi, il viso giovane e sereno, luccicante nel bronzo dorato appena restaurato.
Non manca inoltre il confronto con architettura e pittura: il modello ligneo coevo della Cupola di Santa Maria del Fiore, e le tavole di MasaccioFilippo LippiPaolo Uccello e Andrea del Castagno.
Non è certo una mostra facile o di appeal immediato: però è coraggiosa nell’esplorare la nascita Rinascimento e si avvale della stretta collaborazione con il Museo del Louvre, infatti questi capolavori si trasferiranno a Parigi dove faranno bella mostra di loro dal 26 settembre al 6 gennaio 2014.
E non è solo una mostra fine a sé stessa: per la sua preparazione il Louvre e Palazzo Strozzi hanno appositamente restaurato quattordici capolavori italiani e fiorentini, tra cui lo stesso San Ludovico del Donatello, immagine simbolo dell’esibizione.
Com’è d’abitudine per Palazzo Strozzi, c’è anche l’abbinamento a una mostra di arte contemporanea di giovani artisti che porta il titolo di Un’idea di bellezza. Una riflessione sulla bellezza e sul suo valore, su quanto sia o meno un valore condiviso oggi; in perfetto pendant con lo sfoggio della bellezza rinascimentale.
Dalla visita delle due rassegne nasce anche una provocazione: se il Rinascimento fiorentino è stato l’espressione artistica di una società ricca, politicamente evoluta, e nel contempo ne fu anche la causa; che cosa ci aspetta in questo tempo di crisi economica, ma anche culturale e politica? Quale bellezza ricerchiamo, e quale produciamo?
Per maggiori informazioni e orari si possono consultare il sito di Palazzo Strozzi, e le pagine dedicate alla mostra.

Pubblicato in www.jugo.it il 15 maggio 2013

venerdì 3 maggio 2013

..quella filigrana del viso dell'autore..


The doctor is in - Oggi parleremo degli autori e della filigrana che nascondono tra le righe d'inchiostro, reale o virtuale che sia






Una mia prof. d'inglese sosteneva una teoria letteraria che non ho (quasi) mai condiviso. E cioè, che non è importante sapere molto dell'autore per capirne l'opera. Non è di certo l'unica a sostenerla. Vero è anche che non è necessario conoscere uno scrittore per apprezzarne i libri, o gli articoli. 
Però ci sono delle analisi e delle ricerche bidirezionali che mi entusiasmano. Non solo indagare gli scritti partendo dall'autore, ma spiare l'autore partendo dai suoi scritti. Il problema è farlo rimanendo liberi dalle proprie inclinazioni e dai propri preconcetti.


Comunque: esiste davvero la possibilità di ricercare il viso dell'autore tra le pieghe dei suoi libri? Ho conosciuto tre autori di libri, a tre livelli diversi; e, ripensandoci ora, non so se sono stato influenzato e ormai vedo il loro volto nei loro libri o se l'averli conosciuti mi abbia aiutato a decifrare meglio il geroglifico che ogni scritto è.

Già, perché (quasi) tutti i libri potrebbero essere scavati e restituire belle gioie. Bisogna però saper scavare, avere in mano la piccozza giusta: conoscere personalmente un autore è un buon grimaldello. Consapevolmente o inconsapevolmente, chi scrive, al di là della tecnica, lascia delle tracce che, come Pollicino, è divertente seguire. Se conosci un autore lo rivedi nello scritto: ovviamente ci rivedi ciò che già conosci di lui, cioè l’idea che te ne sei fatto. Perché di una persona si può vederne solo l’87%: il rimanente 13% rimarrà sempre nascosto o travisato. Il cuore umano è un mare, e nel fondo, dove nuotano pesci mostruosi, c’è sempre buio. Meno male che in superficie si può nuotare..

Biondo o moro, bella o brutta, antipatico, egoista, bell’amico, brutta persona, gran cuore, corto di braccia, riservato e paranoico, donna in carriera o amante della natura.

L’importante è che tutti sembrino nascondere quel quid, il genius scribendi: quello è ciò che non vedrai mai, né nel loro viso, né nelle loro pagine.