sabato 7 dicembre 2013

Il ring invisibile del giovane Cassius Clay

Il grande amico di Ubitennis, Rino Tommasi, presenta a Roma il libro “Il ring invisibile” di Alban Lefranc: una biografia immaginaria che scava nella gioventù del mito Cassius Clay, ovvero Muhammad Ali, ovvero The People’s Champion. Da dove gli viene tutta quella forza e quell’aura magica che ancora lo circonda?


..la copertina del Ring invisibile di Cassius Clay..


Domenica 8 dicembre, alle ore 11.00, all’interno della manifestazione Più libri più liberi a Roma, Rino Tommasi parteciperà alla presentazione del libro Il ring invisibile. L’autore è un francese, Alban Lefranc, che con questa opera ha vinto il premio Grand Prix Sport et Littérature, assegnato dall’Associazione scrittori sportivi francesi.

Gli estremi del libro:
Alban Lefranc, Il ring invisibile
Roma, 66thand2nd, 2013 – Attese, 22 - 143 p. - Eur 15,00
ISBN : 9788896538692

Con quest’ultima fatica letteraria, Alban Lefranc dà un’ulteriore prova della sua bravura in un genere nuovo. Il ring invisibile è, infatti, definito una biografia visionaria, immaginaria, della gioventù di Cassius Clay, il futuro Muhammad Ali: di certo l’icona sportiva per eccellenza, un personaggio che non ha bisogno di presentazioni; il simbolo che valica tutti i confini di genere e professioni.
Ma, secondo noi, è qualcosa di più. Non solo una biografia “possibile”, bensì un dialogo tra l’adolescente Cassius e il suo dèmone, nell’accezione greca del termine. Ovvero un essere che si pone a metà strada tra l’Umano e il Divino; insomma, il Genio che possiede il Grande Ali.
In questo libro tutto parte da una frase contenuta nell’autobiografia del pugile, in cui si racconta come il padre gli parlasse della morte di un giovane afroamericano, Emmett Till, e come questo episodio crescesse dentro di lui fino a diventare la forza del combattimento. Emmett Till era un adolescente nero, orrendamente torturato e brutalmente ucciso nell’agosto 1955 nella cittadina di Money, Mississippi. La sua colpa: aver guardato negli occhi una donna bianca. Grazie al coraggio della famiglia, in particolare della madre che volle una cerimonia funebre a bara scoperta – per far vedere come avevano ridotto suo figlio -, questo episodio divenne un evento chiave dell’affermazione del movimento per i diritti civili statunitense. Emmett e la sua tragica fine entrarono nel DNA della comunità afroamericana e del giovane Cassius, allora tredicenne; Alban Lefranc ne fa non solo la molla dello spirito indomito che lotta per l’affermazione dei diritti del suo popolo (Ali era detto anche: The People’s Champion), ma anche, appunto, vi vede il dèmone personale del futuro campione del mondo dei pesi massimi.
Emmett Till è il filo rosso, rosso di sangue, che attraversa questo libro. Che accompagna l’adolescente Cassius nelle sue paure e nelle sue affermazioni. Il futuro campione parla con Emmett come un profeta biblico può rivolgersi a un’anima dell’aldilà: “Ascolta, Emmett, ascolta la mia promessa: a te che non hai più una faccia, io darò la mia”.
Cassius Clay deve però affrontare anche altre prove per diventare Muhammad Ali. Deve affrontare i problemi di casa: il padre alcolizzato, pittore di insegne per negozi; il circuito della boxe e degli sciacalli che lo abitano; fare i conti con gli afroamericani che vedono in ogni pugile nero un’ispirazione, molto di più che uno sportivo da ammirare: come quel ragazzo che condannato a morte invocava l’idolo della boxe nera Joe Louis (“Save me Joe Louis, Save me Joe Louis”; ora questo racconto sembra sia solo un mito, ma un mito che ha avuto un peso incredibile nella nostra storia).
Cassius deve anche affrontare la paura degli aerei, ma ne deve prendere uno per venire a Roma a vincere la medaglia d’oro delle Olimpiadi nel 1960; e soprattutto deve imparare a relazionarsi con le donne.
È un romanzo di formazione vissuto nella testa di Cassius Clay, questo libro. E nella testa di Alban Lefranc, cioè di tutti noi che abbiamo in Muhammad Ali non solo il campione che volava leggero come una farfalla e pungeva come un’ape, ma anche uno dei più grandi simboli degli ultimi cento anni. A proposito: in questo libro Ali vola come una farfalla perché non permette a nessuno di toccargli il viso, dopo quello che è successo alla faccia di Emmett.
Per raggiungere tutto questo, però, Cassius Clay ha bisogno di costruirsi i propri confini spazio-temporali, definire riferimenti che lo rendono sicuro e invincibile: è così che nasce il Ring Invisibile; lasciamo ai lettori scoprire in effetti di cosa si tratta.


E siamo tutti molto curiosi di scoprire cosa dirà il nostro Rino Tommasi, presentando questo libro, di questo gigante del XX secolo, lui che è volato a Kinshasa nell’ottobre 1974 per raccontarci lo storico incontro con George Foreman; lui che lo ha incontrato più volte e conosce perfettamente il mondo della boxe; lui che però mette Muhammad Ali secondo nelle classifiche di tutti i tempi, dopo Joe Louis.

Pubblicato su Ubitennis il 07/12/2013

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