venerdì 1 maggio 2015

Viaggio di nozze - giorno 10: da qualche parte prima di Umbertide - da qualche parte prima di Perugia

Ritemprati da un'ottima mangiata al tartufo e appesantiti dal regalo dell'amico prete del babbo (edizione della Bibbia di Gerusalemme in copertina spessorata bianca grandi occasioni - 2 chili tutti, sul groppone) andiamo a nanna.  Almeno fino a mezzanotte, quando le mogli si trasformano o in belle addormentate o in antiche locomotive a vapore che tossiscono per delle mezzore. In queste notti dormiamo comunque molto bene, stanchi e soddisfatti e in camere che hanno suoni di sottofondo degni di sovrani medievali. Infatti al risveglio le colazioni sono preda di orde barbariche, Sabrina and I. In particolare oggi le torte fatte in casa, il miele autoprodotto, le marmellate (arancia e vaniglia e arancia e mandarino) e il consueto doppio caffè carpiato all'ingiù. L'autore di cotanto ben d'Iddio si lancia però nel darci tripliche indicazioni sulla strada da percorrere confrontando quattro mappe - 4! - di cui una d'epoca napoleonica. A nulla vale tentare di spiegargli che il percorso è perfettamente segnalato e che abbiamo abbastanza mappe e idee di per loro già confuse sufficientemente. Mentre nella mia testa faccio andare musica da ascensore attendiamo la partenza, verso le 9 e qualche minuto. Ci aspettiamo una tappa lunga ca. 24 km e piana, ma non così piana.
Vuole la leggenda che la prima versione di Califano di Tutto il resto è Noia facesse: 'Tutto il resto è pianuraaaa, no, non ho detto Umbertideeee'. E perciò ci concentriamo sulla performance: come Rino Tommasi tengo i tempi e i minuti/km e trascinato dalla mitica Sab tocchiamo andature da settimo cavalleggeri. Prima fermata all'abbazia di Monte Corona, dove si entra in quello che io vedrei bene come raffinata cantina: volti a botte in pietra anticheggianti, temperatura e umidità perfette, sedili in legno perfettamente conservati, tavola centrale imbandita.. Mentre mi appresto ad affettare i salumi, la consorte mi trascina via e mi costringe a fare, per penitenza, gli addominali fotografici e la corsa a chi va più piano con le lumache (tre foto testimoniano il tutto).
Scudisciandomi per espiare i miei innumerevoli peccati (tra cui: mancanza di fede nelle cartine, blasfemia e tentata riproduzione del miracolo acqua vs. vino) costeggiamo il padre Tevere per un tempo che sembra (e lo è) infinito.
Manco una salitella: se le salite rompono il fiato, le pianure rompono li c...
Maciniamo chilometri e felicemente e con sommo diletto arriviamo verso le 15 alla meta odierna. Due brividi soli mi pervadono: quando un cartello stradale indica mia moglie (o come faranno a sapere come si chiama?) e quando un altro segnale ci informa che qua i bus vanno contro mano.. La diletta coniuge decide dunque di movimentare, come peraltro d'abitudine sua, l'ordinarietà odierna causandomi continui, ma per fortuna lievi, infarti.  Tipo camminando in mezzo alla strada (penso che la frase più usata in questi giorni sia: 'stai sotto', traduzione letterale dal friulano per significare il desiderio che la persona a cui ci si rivolge cammini ai bordi della strada). Altre volte si è attardata sotto ad alberi evidentemente spezzati e pericolanti. Oppure utilizzando il bastone da passeggio a mo' di majorette del baseball americano importato a Cuba a un nanomillimetro dal mio occhio dx.  Oppure, nel silenzio di un bosco a mille metri, improvvisamente e angosciosamente espirando come avesse visto un nido di vipere (in realtà prendendo dell'ossigeno in più).
Ci sentiamo, ahiloro, subito a casa dei signori del b&b che ci ospita. Conosciamo tre generazioni della famiglia, ci fanno assaggiare di tutto di più e ci fanno addirittura da accompagnatori con la macchina. Succede infatti che ancora una volta dimentichiamo di prelevare dal bancomat quando possibile e quindi ci ritroviamo con pochi copechi in tasca. Il tempo di una doccia e il sottoscritto s'è già infilato a letto, mentre la santa consorte lava un due magliette.
Tutto il resto è sonno e riposo, tranne un'approfondita lettura della voce di wikipedia sulla sindone di Torino. Scopriamo infatti che è possesso personale del papa. Qualora dovessi mai diventarlo mi presenterei a Torino munito di forbici papali per farne quadratini di un cm 2 e rivenderla su ebay.

Malattia del giorno: piedi piatti causa asfalto pianeggiante..

Canzone del giorno: panniii stesiii, non hooo più mutandeee..

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