giovedì 30 aprile 2015

Viaggio di nozze - giorno 9: da qualche parte prima di Umbertide - da qualche parte in Umbria

Tappa corta per tirare il fiato. E visitare Umbertide (ma ci torneremo su questo).
La notte lo scriba dorme benissimo, ma ci pensa la coniuge a rendere il tutto meno prevedibile tossendo come Mimì e andando alla ricerca di miele per calmare la tosse. Non funziona, ma ci addolcisce le ore..
Al risveglio la trovo come un bozzolo nel suo capezzale (vedasi testimonianza repertoriale).
Urge doppia moka di caffè e pane tostato salterino, cioè il tostapane a molla spara le fette a venti metri e noi le si prende con il retino delle farfalle. Il tempo di salutare uno ad uno gli alpaca, sorattutto il piccolo (Al Pachino) e andiamo veloci per concludere la tappa breve (12 km) e quasi riposante. A parte la salita iniziale che ormai ci sembra la pianura padana. Il resto è morbida discesa in ombra e su asfalto. Sono solo i bachetti che si lanciano dagli alberi a tenderci imboscate proditorie, il resto è ordinaria amministrazione. Tento anche un plastico lancio del giavellotto.Troviamo facilmente l'agriturismo assai bellino (tanto che il proprietario cerca di convincerci a rimanere due notti al prezzo di due notti) e dunque non ci resta che docciarcisi e approntarci al pranzo luculliano: 3 ova sode dell'altro giorno, cuori di mela stantii, un muffin in due, una mela e un'arancia, poi bucato e il meritato letto. A me mi si chiudono gli occhi ma non si può dormire: dobbiamo esplorare Umbertide. A stima ci vorranno circa venti minuti, ne serviranno molti meno. Si passa il Tevere e ci lanciamo alla ricerca dell'ennesima farmacia (calmante per tossa alla fragola, 8 euro e 70) e di un po' di torta al testo con salsiccia e erbe che la consorte, scontenta del pur sostanzioso pranzo divora in un batter d'occhio rosso. Visitiamo nel frattempo il conad e un tabacchino, a giro ci sono solo residenti non umbri e quindi ci apprestiamo ad aspettare un amico del padre dello sposo per una cena speranzosamente migliore.
La mogliera intanto inizia a sentire la nostalgia e lo shock da rientro. A nulla vale neanche la vista della Rocca, evidente simbolo fallico. Ricorderemo senz'altro la vista di quattro balcanici che giocano a scacchi dal kebabbaro e l'atmosfera da suk di provincia: giri l'angolo e sembra d'essere a Beirut. Vai alla stazione e ti trovi una baby gang di punk abbestia.

Due parole su noi blogger d'oggi, ovviamente noi vestiamo trendy col cappuccio street fashion. Modus operandi: poiché il mio smartphone è molto poco smart, ma very old, non mi scarica l'app per postare, ergo devo digitare sul touchpad micron mio una mail che sendo alla wife, di solito dormiente a quell'ora. Poi lei al risveglio, mentre Enos is sleeping, aploda le photos nel post, taglia e incolla il text, formatta il tutto e invia alla Nasa che dà l'imprimatur. Susseguentemente provvede a connettersi con feisbuk e infine condivide et impera. Quando ovviamente c'è il segnale della rete, ché il mio prende, ma il suo manco l'acqua in Arno.

Malattia del giorno: depressione da previsione di rientro e da visita a Umbertide.

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