venerdì 4 gennaio 2013

Mi ritorni in mente: Lo spareggio infinito del 1925

..un'immagine della terza partita di finale..


Domenica 6 gennaio 2013 Genoa e Bologna si affronteranno per uno spareggio di bassa classifica. Eppure un tempo, quasi novant’anni fa, furono protagoniste ai vertici delle classifiche di una storia paradossale che, come spesso succede in Italia, vede il calcio specchio della società e dei tempi.
Nel 1925 lo scudetto si assegnava alla vincente di un confronto tra due Leghe, quella Nord e quella Sud. Ogni Lega era divisa in gironi; al Nord, per decidere chi doveva affrontare la regina del Sud (e quasi matematicamente vincere il campionato), dovevano affrontarsi Genoa e Bologna per una rivincita dell’anno precedente in cui i grifoni prevalsero. Le finali prevedevano andata e ritorno, più eventuali spareggi. Il campionato 1924-1925 passerà alla storia proprio per gli spareggi, conditi da un insieme di ingredienti che nella storia italica di questo sport ritorneranno più e più volte. 
L’andata e il ritorno del mese di maggio finirono con lo stesso punteggio: 2-1 per le rispettive squadre ospiti. Già allora, per chi coltivasse qualche dubbio in proposito, il calcio era seguitissimo, e le squadre cittadine erano altrettanti vessilli da seguire in casa e in trasferta, è comprensibile allora come nel primo spareggio, giocato il 7 giugno a Milano, l’impianto sportivo fosse così pieno che gli spettatori si accalcarono a bordo campo, a ridosso delle linee laterali. I genoani andarono in vantaggio per 2-0, molteplici furono le invasioni di campo, e nei minuti finali l’arbitro accerchiato anche da camicie nere bolognesi, fu costretto a convalidare due gol felsinei che le cronache riferiscono come molto irregolari. Alle proteste genoane l’arbitro rispose all’italiana: “Non preoccupatevi, poi quando scriverò il rapporto si ristabilirà il vero vincitore”. I grifoni, rassicurati, non rientrarono nemmeno in campo per i supplementari. E così, la federazione, il cui vicepresidente era il gerarca fascista Arpinati, sfegatato bolognese, si vide arrivare due reclami, quello del Genoa sulla legittimità del risultato del campo, quello del Bologna che non poté disputare i supplementari. La decisione salomonica non poteva essere altro che un nuovo spareggio: stavolta a Torino, il 5 luglio, stadio militarizzato e partita che termina 1-1. Alla stazione di Porta Nuova succede però un evento tragico, preceduto da uno comico. I due treni carichi di tifosi erano predisposti su due binari paralleli, divisi da un treno merci che li ostacolasse e li nascondesse alla vista. A un certo punto, come in un film comico degli anni ’30, il treno merci si muove, e le due tifoserie si ritrovano a fronteggiarsi. È questione di un attimo, vengono alle mani, ci sono anche dei feriti da colpi di pistola.  
Scoppia il finimondo in tutte le sedi, come tuttora accade: in sede politica, in sede federale e anche nell’opinione pubblica. Vengono cambiati i vertici dirigenziali, e indetto ovviamente un nuovo spareggio dopo lunghe battaglie legali e polemiche. L’assurdità, che reputiamo ancora una volta ricorrente alle nostre latitudini, è che la quinta e finalmente decisiva partita si disputò a porte chiuse, alle 7 del mattino del 9 agosto, a Milano, in una sede tenuta segreta sino all’ultimo. Per la cronaca, vinse il Bologna 2-0, lasciapassare per la formalità della finalissima contro l’Alba giocata nello stesso mese d’agosto.
Se fosse una favola a lieto fine potremmo concludere in questo modo: e fu così che il Bologna conquistò il suo primo scudetto in una stupenda giornata di sport e lealtà. Come abbiamo invece visto, molti aspetti si rivelano abbastanza inquietanti anche a distanza di anni: come il pensare che già all’epoca il calcio fosse preda ambita di ambizioni politiche, guerriglie tra tifosi, intervento massiccio delle forze dell’ordine, partite interrotte o giocate a porte chiuse per i disordini degli spettatori (ricorre facile il pensiero alla partita interrotta ieri a Busto Arsizio). 
L’ultimo pensiero va a chi assisterà alla partita di domenica: quanti si ricorderanno di quell’eterno confronto di 88 anni fa? Se qualcuno se ne ricorderà, ne farà tesoro o pretesto per accendere ulteriore rivalità?


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