giovedì 23 aprile 2015

Viaggio di nozze - giorno 2: Antico spedale del Bigallo - Vallombrosa

Dopo una notte ristoratrice passata insonne causa perfetta combinata di cuscini (uno troppo fine e l'altro foffoso - ma insieme una tagliola) la sveglia suona troppo presto ergo la spengo "tanto c'è Sab", la quale, vivente in un mondo ovattato causa raffreddore da cavallo, dorme a diritto. Risultato: si dorme ben mezzora in più del previsto: peccato mortale per dei pellegrini!
Sabrina, indi, deve svegliarmi a calci fuori dal letto per una sontuosa colazione. Ma prima c'è da sconfiggere due macchine infernali: quella del caffè che non fa caffè e il comodo dispenser di marmellate che Sabrina, novella Ketty di O-o-o-occhi di gatto, tenta invano di scassinare.Superati questi due ostacoli e un panino con salame si inizia a salire in un paesaggio bello bello tra ulivi e ombra, il che non mi impedisce di togliere la felpa sintetica che invece la mi' moglie, in onore di Matteino nostro, pensa bene di tenere indossata sino a Rignano sull'Arno: ridente (!) cittadina da pelle accapponata che raggiungiamo a ora di pranzo. Meravigliosa la pieve romanica, in entrata, di san Leolino o san Leonino (non s'è capito).
La pausa di mezzora diventa di un'ora causa: 
- farmacia (per aspirine, maliziosi!)
- acquisto calzini firmati enrico coveri con tanto di cuoricini
- due, dico due, capatine al panificio che ci ha venduto pizza con olive rigorosamente non snocciolate che attentarono al mio unico dente rimasto e pane già raffermo
- capatina al fontanello che ci avevano assicurato dava l'acqua gassata a 10 eurocents (ma non era vero, però era lontano)
- caffè seguito da lavaggio denti nel cesso del suddetto locale (ogni età ha le sue esigenze).

Nel pomeriggio toccava un'agevole salita di circa tre/quattro ore con un dislivello di quasi 900 metri s.l.a. (sul livello dell'Arno). Detto che mi son ustionato la pelle del capo esposta (cioè tutta) nonostante Sab mi spalmi di crema come Cracco il filetto alla Wellington, detto che abbiamo dovuto lottare contro tronchi abbattuti e finiti in mezzo al sentiero dall'ultima bufera di vento e detto che Sabrina ha tentato di rilassarmi soffiando sul fischietto di richiamo per le emergenze (come byron moreno in corea) a metà salita e a un nanomillimetro dal mio orecchio dx, posso confidarvi che sugli strappi più impegnativi ho visto apparire, nell'ordine, san gualberto protettore dei forestali, san francesco che da assisi mi attirava come una sirena, il maiale di san antonio abate e san cigno da zompicchia vestito da allenatore di basket.
Arrivati quassù ci hanno dato le chiavi di una casa scout grande come la nuova caserma dei carabbinieri di firenze (ma che non chiude la porta d'entrata) e noi di corsa abbiam fatto doccia calda (prima volta mia nel bagno delle donne, che però non erano presenti) e bucato (sabrina, manine d'oro! e notare che ho cambiato 3 volte maglietta anche se erano solo 2, le magliette), poi steso in sedie di fortuna nell'orto dei monaci.
I quali monaci abbiamo scoperto essere 5 e ci hanno pure invitato nel coro quattrocentesco (del maestro di Poggibonsi, che, nel frattempo, a detta di Battiato, Milva e Ester, è stata evacuata - e Gerusalemme liberata) a cantare i vespri. Esperienza che mancava.
Dopo mezzora di riposino ci hanno invitato a cena, serviti e riveriti dal monaco Marco che è di Lusevera e va spesso a Castions di strada (vicino Udine). Il mondo è trabiccolo!
Domani mattina messa alle 7, come le persone che ci saranno, sempre che io sopravviva al riscaldamento che Sab ha alzato a palla da ore..

Malatti@ del giorno: a Sabrina dolgono le unghie degli alluci..

2 commenti:

  1. Mamma mia peregrinos, ma che avventure le vostre! Da Rignano Sabbiadoro a Vallombrosa!
    Non è che in salita hai visto anche San Matteo?
    Poi vedo che avete mangiato la pastina-in-brodo come i miei figlioli ieri sera!

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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