venerdì 24 aprile 2015

Viaggio di nozze - giorno 3: Vallombrosa - Poppi

Alle volte l'è dura dormire sui cammini. Tipo: la notte scorsa sembravo Tutankamon, non osavo girarmi per il terrore di contrarre il tetano toccando una qualsiasi parte che non fosse il mio sacco a pelo. Risultato: al mattino ero di travertino (come dice il poeta). Sab sta ancora poco bene, il raffreddorone è il classico terzo incomodo delle notti delle lune di miele, evidentemente..In più ho patito un discreto freddo polare, mentre la saggia consorte si è fatta seppellire da tre (3!) coperte militari sopra il sacc'a pelo. Inespugnabile.
Per fortuna alle 7 e 30 c'era la messa dei 5 monaci (uno forse morto nella notte) più l'organista più i sottoscritti che per colpa mia non sapevano quando alzarsi o stare seduti. Ma in cambio abbiamo fatto colazione con la marmellata di mele fatta da loro. Sabrina ha praticamente divorato un frutteto. Dopo averci informato che anche loro utilizzano le macchine agricole siamo stati accompagnati all'uscio: ultimo giro turistico in chiesa a salutare san giovanni gualberto, protettore dei forestali (che a turno regalano, regione per regione, l'olio per alimentarne la fiamma votiva perenne).
Bye bye vallombrosa, è stato bello essere stati tuoi unici abitanti per una notte, ma ora tocca salire al Paradisino (metaforicamente parlando) attraverso delle scalette fino a entrare in Casentino, salutando dei maschiacci taglialegna (Sabrina con un po' troppa foga) e alcuni animali (daini? caprioli? mammuth delle foreste?).Poi sulla mappa è tutta discesa. Vero, ma c'è da saltare fossi, schivare alberi, riempire fossati, mangiare la seconda colazione, cantare Hotel California, stupirsi per un ponte romanico da fotografare come fosse la monna lisa per un giapponese, stupirsi di quanto sia bello il Casentino  con paeselli ristrutturati benissimo, ma, si pensa, quasi esclusivamente per seconde case con finalità turistiche: insomma, com'è come non è il tempo vola e noi si è un po' lentini oggi. La stanchezza di ieri si è accumulata e in discesa sembro Alberto Nella Tomba.
Sab è il solito stambecco nonostante, per evitare brutte figure, le faccia gli sgambetti e le abbia già manomesso le calzature.
Scendendo dalle colline devo anche tenere a bada col bastone un ferocissimo canide che difende la sua proprietà ma attenta ai miei tendini: la lezione della via Francigena mi è servita, sempre un bastone ora e sembravo la reincarnazione di Athos, Portos e Aramis messi assieme (D'Artagnan era uscito a prendere le sigarette). In più ho dato anche ordini perentori in friulano stretto tipo: Dai la blave al dindi, Busse la femine, etc... Poco importa che fosse un bassotto nano: ho fatto la mia porca figura agli occhi della giustamente adorante mogliettina, e questo basti.Cammina cammina arriviamo alla meta del pranzo che, tentatrice maliarda, mi comprò con una carbonara, degna e persistente compagna di viaggio per l'ultima parte della giornata.
Ultima parte meravigliosa: fatta tutta (un'oretta e mezza) su una comoda e profumatissima statale, accarezzati dagli specchietti dei camion, lisciati da pimpanti guidatrici che con una mano telefonano e con l'altra si imbellettano. Tutto questo perché non siamo riusciti a guadare l'Arno (al solito respingente). D'altra parte c'erano solo metri e metri d'acqua, cadaveri di incauti pellegrini abbarbicati ai propri zaini e resti del Barbarossa ivi perito mentre andava a liberare Gerusalemme e a Poggibonsi evacuare (prego notare la struttura a chiasmo).
Ma poco prima abbiamo comunque dovuto passare un canale che mi ha lasciato scarpe e calze inzuppate, ma pure la visione di Sabrina che, come una mondina del duemila, camminava a piedi nudi sull'acqua.Prima di arrivare a Poppi si passa da Campaldino, teatro della famosa battaglia (selfie immancabile) e soprattutto si seguono le 18 indicazioni stradali per Poppi 2: misteri dell'Anas.
La salita a Poppi alta è la botta finale, tanto più che fallai nel chiedere a Sabrina di chiedere indicazioni. Ora, dovete sapere che la mia adorata moglie ha un sesto senso innato nel chiedere indicazioni alle persone più improbabili. Il signore a cui ha chiesto oggi ha seraficamente replicato: "Le andrebbe di comprare uno dei miei scritti?". Dribblatolo come Messi in gita a Sacile, siamo stati accolti dalle monache camaldolesi. Il tempo di una doccia, di essere schiavizzato in qualità di lavatrice, e di un riposino, poi via di nuovo verso mirabolanti avventure, tipo i vespri con le sei sorelle (un tempo sette), tra le quali spiccava senz'altro l'ultraottuagenaria stonata come una campana, probabilmente sorda, ma dalla voce potente tipo Benito ai tempi d'oro (per lui). L'ennesima conferma dell'odio verso le terracotte invetriate, poi farmacia e infine, baciati da un tramonto fiabesco, si va in pizzeria (buona) ma dal nome nefasto: mas que nada; a nostro avviso: a meno che il proprietario non sia Toquinho dovrebbero raderli tutti al suolo per manifesta incapacità di battezzamento. Mi aspetto sempre che i loro figli si chiamino Adalberto o Gertrudo.
Alle 21 in branda, Sab dorme e russa già da due ore come un cosacco avvinazzato mentre il sottoscritto digita compulsivamente sul proprio not-very-smartphone (per fortuna con negli occhi il castello di Poppi by night).

Malattia del giorno: la mia fede è troppo grande e ha inciso il nome di Sabrina, quella di Sabrina è troppo piccola e vi ha inciso il mio nome; forse ce le siamo scambiate sabato scorso???

1 commento:

  1. Seguo il vostro pellegrinaggio come una telenovela, sono diventata dipendente, sappiatelo!
    Ho alcune domande per il rimatore Enos:
    1) non ti eri accorto che Sab russa o ha iniziato dopo il matrimonio?
    2) ti hanno messo in punizione a mangiare davanti al muro?
    3) i veri poeti rimano senza palesare le figure rethoriche, ciccio!
    ...
    Sabri, ma gli scarponi? Stai camminando a piedi nudi? O in ginocchioni?

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