domenica 17 settembre 2017

New York New York - day 7 - September 8, 2017

Venerdì: inizia il weekend e per "riposare" rinunciamo a una cosa che ci eravamo ripromessi di fare e che invece faremo la prossima volta, unitamente a circa altre milleeduecento (anzi, milledugento) attività che sarebbe bello fare a New York.. Jogging a Central Park! Invece optiamo per una visita guidata di Central Park a piedi, con una guida.. Guida che non guida, cioè guida in retromarcia e non si rende comprensibile.. Cioè, fossimo americani capiremmo pure, e invece passiamo due ore a guardare il nostro Virgilio d'oltreoceano camminare all'indietro come i gamberi (shrimp, Bubba) e parlare ininterrottamente in slang accelerato come fosse antani con l'ammutinamento a destra..
Però Central Park è Central Park ed è come calpestare un set cinematografico vastissimo, e incontrare le persone più strane..
Già che c'è, la guida litiga con un emulo di Michael Jackson perché tiene la radio troppo alta.. Almeno ci pare di capire.. 

E poi ci porta davanti al Dakota Building e ci racconta le ultime ore di John Lennon e la doverosa sosta a Strawberry Fields.
Com'è giusto, qui la visita finisce e noi ci dileguiamo alla chetichella (anche per non dargli la mancia) e ci addentriamo nel West End alla ricerca di cibo. Variazione sul tema: sandwich con pastrami (il pastrami è una popolare specialità gastronomica della cucina romena di solito a base di manzo, ma anche di maiale e di montone. Altre varianti le troviamo in Turchia e Israele) e patatine fritte; Sabrina tenta di farsi fare un'insalata greca, ma deve lottare per farsela condire solo con olio e sale. Non si capisce perché gli americani si offendano quasi personalmente se non ci metti almeno dello yogurt, o non chiedi una insalata di Cesare..

Dopo il lauto e nauseante pranzo (per capirsi, buono ma stucchevole) via di shopping nei negozi di vintage e in seguito di corsa al Museum of Modern Art, per gli amici MoMA, dove il venerdì aprono le porte aggratis. Ergo, abbiamo dovuto lavorare di gomiti come Tassotti per farci largo nei piani. E ugualmente non siamo riusciti nemmeno ad avvicinarcisi a celebrità come La notte stellata di V. van Gogh. In compenso l'osservazione dell'umanità a contatto con l'arte, senza l'ostacolo del biglietto, è stato ben più istruttivo.
Esempio: coppia di italiani, commento davanti a un quadro: «Oh, fotografalo quello, che è famoso». Tempo di permanenza davanti al quadro suddetto: 15 secondi scarsi, insomma il tempo di una foto col cellulare.
Utilità della visita? Fosse un poster sarebbe uguale; l'ardua sentenza..

Comunque al Museo avevamo appuntamento con un amico niuyorchese di Sabrina, Richard, Riccardo, dall'italiano al sapor di americano..
Anche questa è stata una gran esperienza: abbiamo apprezzato la sua ospitalità generosa che doveva però scontrarsi coi limiti della ristorazione locale. Ci ha portati (dopo aver preso il tassì col braccio alzato come veri locali o come nazisti in gita) in un posto di lusso  dove siamo entrati solo perché da lui accompagnati, visto che eravamo  diversamente eleganti. 
  • Il sottoscritto: scarpa da mezzamaratona sformata, calzino bianco al ginocchio e pantalone corto verde scarafaggio con cintura di plastica incorporata. Maglietta di Snoopy coperta all'ultimo da giacchetta comprata al negozio vintage con cappuccio sempre sul capo. 
  • Moglie: sandalo da cammino, e qua mi fermo..
Insomma, pur essendo in un tavolo di lusso con addirittura le candele e con un chef brasileiro estroso, abbiamo scoperto che a fronte di un ingente quantità di dollari, il corrispettivo ammontava a pochi grammi di cibo (pur buono e ben assortito, di cucina quasi molecolare). Il vino te lo facevano assaggiare mescendolo dalla bottiglia, ma poi ti rifilavano una caraffa di manco mezzo litro.
Insomma, per far fronte ai morsi della fame, abbiamo dovuto fermarci al negozio di liquori e comperare tre monoporzioni di squisito rum del Nicaragua e finire la serata a casa di Richard (che aveva pure ospiti ascolani, ma senza olive).
Serata davvero passata come ospiti di riguardo, trattati quasi fossimo VIPs (VEry Important Pigs), con Richard che ci scorta addirittura fino alla metro, con tanto di regalo di due bottiglie di acqua di cocco: insomma, diciamo che New York è un immenso cocktail, agitato e anche shackerato..



..con Richard al liquor store..

..al MoMA: Mo.glie  Mirando Arte..

..Strawberry Fields Forever..


..dal vero è tutto più grande (objects are closer than in the mirror)..

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