TENNIS - I leggendari Quattro Moschettieri: Jean Borotra, Jacques Brugnon, Henri Cochet e René Lacoste; Vinsero un totale di 20 Slam in singolo e 23 in doppio! Per sostenerli la Federazione francese costruì quello che sarebbe poi diventato lo stadio Roland Garros e dedicò loro la Coppa più importante che ci si possa contendere in Francia, la Coupe des Mousquetaires.
..I Quattro Moschettieri, poi diventati Coppa.. |
So di scrivere a un pubblico di appassionati e
super-esperti (perdonate la captatio benevolentiae) e quindi tutti voi
saprete come si chiama e a chi è dedicato il trofeo del Roland Garros.
Se non lo sapete, ecco una presentazione d’eccezione:
Forse perché il mio approccio con la
storia del tennis e con il tennis di carta è stato sulle orme di
Clerici, ma questo periodo e questi personaggi mi hanno catturato con un
vero e proprio coup de foudre.. Spero che per i pochi che non li
conoscono sia un’introduzione a questa bella pagina di sport; per chi
già li conosce, spero di regalare qualche piccolo aneddoto.
Cercando materiale su questo tema, m’imbatto in un articolo di Gianni
Clerici su La Repubblica del 10 agosto 2008, in cui, festeggiando
l’uscita di un libro su Lacoste (che cercherò di procurarmi e di
presentarvi), il nobile scriba ricordava la nascita del suo
libro Divina, dedicato a Suzanne Lenglen, ovvero di come lui, grazie
alle frequentazioni dei quattro in questione volesse dedicar loro un
libro, e di come questi lo indirizzarono piuttosto verso il personaggio
Suzanne, indicandola come la loro precorritrice…A prescindere
dalla loro storia personale (che racconterò nelle prossime settimane) e
delle loro vittorie in singolare, questi quattro signori costruirono non
solo una squadra vincente in Davis e nei vari tornei di doppio a cui
parteciparono, ma scrissero pagine di storia e di leggenda del nostro
sport, e anche della società del tempo e di quella a venire.
Perché sono famosi? Perché miscelati assieme furono una squadra di Davis imbattibile per oltre sei anni,
e perché tra loro erano i più diversi uomini e giocatori immaginabili…
Insieme, come i Quattro Moschettieri (tre più uno, per essere precisi),
mostrarono doti di unità e volontà tali da renderli tuttora famosi.
Negli anni Venti furono così chiamati dalla stampa, anche perché in
quell’epoca uscì un film che adattava al cinema il capolavoro di Dumas!
I quattro compagni sono, in ordine alfabetico:
Jean Borotra (1898–1994)
Jacques Brugnon (1895–1978)
Henri Cochet (1901–1987)
René Lacoste (1904–1996)
Jean Borotra, il Basco Salterino (come Clerici
traduce, l’inglese “The Bounding Basque”, «le basque bondissant») viveva
e giocava di corsa, giocando a mille sport diversi. Sempre a rete,
balzava da un punto all’altro del campo, la tecnica e la potenza non
erano solidissime, ma l’agilità e la corsa lo rendevano “impassabile”.
Totò Brugnon era il collante, il grande doppista che
giocando nell’ombra faceva risaltare le luci dei compagni. Fu scelto
dal padre di Suzanne Lenglen, tra cento candidati, a compagno di doppio
misto della Divina.
Henri Cochet, lionese, invece, non amava e non
poteva allenarsi, impegnato com’era nell’azienda di famiglia. Lo
sorreggevano, più che la potenza, le intuizioni geniali che, a detta dei
cronisti, sul campo non lesinava.
Renè Lacoste, nato a Parigi, è il più conosciuto:
era freddo e razionale, costruì il suo gioco scientificamente e giocava,
si direbbe oggi, come un computer.
Ecco, prendete questi campioni, miscelati per benino, aggiungetevi
una sapiente gestione tecnica e amministrativa della Federazione
dell’epoca, un importante obiettivo da raggiungere assieme e avrete
pronti gli ingredienti per la leggenda…Come detto, a parte Brugnon, il grande doppista, gli altri furono grandissimi singolaristi:
tra questi tre si contano le vittorie di 3 U.S. Championships a Forest
Hills, 6 consecutivi Wimbledon dal 1924 al 1929, e 10 titoli 11 anni ai
Campionati di Francia, dal 1922 al 1932 (ricordo però che fino al 1925,
il Torneo era solo il torneo nazionale di Francia e non era quindi
aperto ai dilettanti stranieri), Borotra vinse anche un Australian
Championships nel 1928. Tutti insieme totalizzarono un totale di 20 Slam in singolo e 23 in doppio.Forse solo gli australiani degli anni ’50/’60 hanno potuto cullare una generazione comparabile!
Tornando ai nostri, a livello mondiale, solo Big Bill Tilden
era a loro superiore negli anni Venti e difatti la Coppa Davis era dal
1920 accasata negli Stati Uniti. Fino al 1926 non si mosse infatti dal
paese a stelle e strisce. Come ben sapete, la Coppa Davis
all’epoca era, forse dopo Wimbledon, il Torneo più importante del
tennis, proprio perché il tennis era ancora concepito come espressione
di una società, di una scuola… Le rivalità, più che tra i giocatori
(cosa che ovviamente comunque c’era) era vissuta quasi a livello di
nazione. Erano le Federazioni a sponsorizzare (sottobanco, s’intende!)
le varie spedizioni ai tornei. Si parlava di scuola americana, di scuola
inglese, di scuola australiana; e i francesi erano determinati a creare una scuola francese che rivaleggiasse contro gli erbivori anglosassoni!
La Federazione ebbe pazienza e lungimiranza nell’aspettare, coltivare
e scegliere questi quatto giocatori (ovviamente ebbero altri giocatori
di livello che sopperivano a qualche mancanza). La loro storia in Davis
va ricercata nel 1923 quando per la prima volta furono convocati tutt’e
quattro, ma i primi due anni persero dall’Australia e poi, nei
successivi due agli Stati Uniti, difensori della Coppa. Però facevano
progressi, non solo in singolare dove Lacoste e Borotra vincevano
Wimbledon e anche gli US Championships (Lacoste, 1926), per tacere del
torneo parigino che, ovviamente, era off-limits per altri che non fosse
uno di quei quattro… Anche in Davis, si vedevano progressi: per due anni
consecutivi, come detto, arrivarono alla finalissima, e Lacoste si
permetteva di battere Tilden, pur se sul 4-0.
Il 1927 fu però l’anno buono. Curiosità: solo in questa finale 1927 giocarono tutt’e quattro!
La squadra francese era forte e affiata, e a Filadelfia incontrava Bill
Tilden, il più forte al mondo all’epoca, seppure un po’ più anzianotto
dei francesi, ma soprattutto, come racconta Clerici, una Federazione
divisa nelle scelte tecniche. Insomma, Tilden era quasi solo contro quei
Moschettieri emergenti: dopo la seconda giornata gli USA erano comunque
in vantaggio 2-1. La terza giornata si apriva con il duello Tilden-Lacoste.
Vinse quest’ultimo, utilizzando intelligenza tattica e facendo leva
sulla stanchezza del più anziano americano, reduce da due partite di
fila. Si accomodarono insieme in tribuna per vedere l’ultimo incontro: i
due erano amici e si ammiravano a vicenda. Cochet sconfisse in
quattro set “Little” Bill Johnston. Era fatta. Come disse Lacoste,
Tilden, che non poteva essere battuto da nessun uomo, fu battuto da una
squadra! Un percorso iniziato cinque anni prima si risolveva in
trionfo. Per sostenere questa impresa venne addirittura costruito uno
stadio nuovo, intitolato all’aviatore della prima guerra mondiale Roland
Garros. E il trofeo che si mise in palio nel torneo annuale di
singolare che ivi si disputava fu intitolata ai quattro giocatori che
portarono in Francia la Coppa Davis e che la difesero fino al 1933: dal
1927 infatti la Coppa degli Internazionali di Francia si chiama Coppa
dei Moschettieri o, meglio, Coupe des Mousquetaires. Nel 1976, tutt’e quattro, insieme, furono introdotti nella Tennis Hall of Fame di Newport.
Ultima curiosità: negli ultimi anni, la stampa francese ha provato a
ribattezzare come i “Nuovi Moschettieri” Richard Gasquet, Gilles Simon,
Gaël Monfils, e Jo-Wilfried Tsonga: chissà che prima o poi non maturino
così tanto da eccellere ancora, come i loro predecessori, in Coppa
Davis.
Pubblicato su Ubitennis il 27 settembre 2011
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