mercoledì 22 agosto 2012

..serial pleasure : piacere seriale..

The doctor is in – Oggi parleremo del piacere che procura a, se non tutti, certi lettori la lettura in serie o delle serie.


..anche 5 centesimi fanno..


È morbo antico e abbastanza comune e in comune: il morbo latente delle letture seriali, in entrambe le sue forme.

1. La forma semplice prevede la completa dedizione di un lettore all'autore: può raggiungere gradi di fanatismo tifoideo.

2. La forma un po’ più complessa prevede la completa dedizione a una saga, a una serie, a un personaggio: può portare a forme maniacali alla Misery o alla John Lennon, nella duplice versione di carnefice e di vittima.

La prima forma – lettore attaccato all’autore – è quella più riconosciuta e riconoscibile. Ditemi da quale labbra d’autore pendete e vi dirò chi siete. Però ora, in questo momento: quello che non piaceva prima piace ora; quello che piace ora non piacerà poi. Chi non ha avuto il momento Hemingway in adolescenza? C’è poi chi ha passato la crisi acuta di Moccia. Chi è rimasto frastornato dall’attacco Dan Brown e ne è uscito disorientato. Chi rincorre l’autore per uno sguardo, un autografo e rimane disilluso dall’incontro. Chi come Misery vede nell’autore il personaggio e lo rinchiude a tutti i costi nel suo mondo.
Rimedi: non aprite più quel libro! Scrivetene uno vostro, così non avrete problemi a identificarvi con l’autore e magari cercate di uscire dallo scantinato una volta al giorno. Andare alle Poste Italiane a fare un versamento, possibilmente in bus, è sempre un’ottima soluzione per ritornare alla dura realtà.

La seconda forma – lettore attaccato al personaggio o alla serie – è più subdola. Spesso è indotta. Lo scrittore stesso ne viene contagiato e non riesce a uscirne, prigioniero e guardia lui, prigioniero e guardia il personaggio.
Harry Potter, Salvo Montalbano: tutto nasce con Sherlock Holmes (o con Ulisse o con Orlando).
È un bisogno umano, come il mal di testa: difficile farlo passare se non con una terapia d’urto.
Rimedi: non c’è rimedio, come il raffreddore passa da solo; poi vi rimane una sensazione di vuoto, addirittura piacevole, come la vertigine.

Lettore conosci te stesso.

Proprio come ogni malattia che si rispetti, dopo ogni attacco di questo morbo che è latente, ritorna, scompare, ma non vi abbandona mai, sarete immunizzati da un autore o da un personaggio e saprete che il vostro gusto è cambiato. Non tutte le malattie vengono per nuocere, ma chi si vuole poi davvero ammalare?

4 commenti:

  1. Io sto con gli autori e le grandissime delusioni dopo una serie di letture eccellenti. Ad esempio Murakami non lo posso più leggere dopo 1Q84.
    Fai un bel post sulle delusioni cocenti?
    Oppure su chi non delude mai (o quasi).

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  2. ..carina che mi leggi! grazie!
    diciamo che questi sono post super-sperimentali, ancora non mi piacciono, non sono come li vorrei bla bla bla..

    il prossimo dedicato alla lettura ti anticipo sarà:
    'i libri sugli scaffali'
    ooooooooohhhhhhhhhhhhhhhh

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  3. Io ho sofferto in passato di dipendenza da famiglia Malaussène...
    Aspetto le tue riflessioni sul posizionamento dei libri sugli scaffali: dimmi come collochi e ti diro' chi sei. La mia di me medesima confusione mentale e', per esempio, evidentissima se si guarda la libreria in camera. Mi viene il dubbio che tutto dipenda dal fatto che leggo leggo leggo....e poi dimentico tutto!
    Comunque, bravo Enos, davvero. Bravissimo!

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  4. Allora rimanendo in tema anche io sono stata dipendente dalla famiglia Malaussène (soprattutto Therèse e il piccolo con gli occhiali rosa) e poi in ordine sparso ho vissuto dipendenze e folgorazioni folgoranti per Mankell e Montalbano e Carofiglio e Muarakami ovviamente e figuriamoci se possono mancare Isabel Allende e Garcia Marquez, passando per il mio amatissimo Amos Oz e poi saltellando per Paul Auster, per non parlare di tutti i libri di Poirot letti uno di fila all'altro e poi quelli di Miss Marple e così via...
    Lo so che ho mescolato autori e personaggi, bello così, no?

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