lunedì 25 aprile 2016

Cammino di San Benedetto - ottavo giorno - Roccasecca-Abbazia di Montecassino - 24 aprile 2016

L'ottavo è il giorno del Giudizio.
In effetti piove fin dal mattino.
Ma oramai non ci si può più tirare indietro. Bravi e incuranti maciniamo umidi chilometri d'asfalto in un comunque bel territorio dove di certo non manca l'acqua..
La prima sosta la facciamo per la seconda colazione in un bar appena inizia la salita che ci porterà ad attraversare le montagne verso la tomba dei gemelli Benedetto e Scolastica. I quali ci fanno il miracolo di moltiplicare i cornetti alla crema che un adolescente del luogo sembra intenzionato a finire prima di pranzo (e a prima vista non è che ne abbia particolare bisogno). In sovrappiù fanno anche smettere la pioggia..
Iniziamo la ripida ascesa in un clima e silenzio irreale. Oltre al vento freddo mette i brividi sapere che una mattanza insensata di uomini, animali e piante si sia consumata proprio qui, dove noi passeggiamo riverenti.
È surreale e toccante. Visitiamo in completa solitudine l'obelisco a ricordo dei soldati polacchi che per primi entrarono nell'abbazia rasa al suolo.
..il cimitero polacco..

Ci riportano al presente (quasi per fortuna) i pullman di turisti, il parcheggio a pagamento a prezzi praticati solo dai migliori strozzini d'Italia, i custodi sgarbati e arroganti e le toilette a pagamento. 

Adusi come siamo oramai alla solitudine dei boschi o ai paesini accoglienti finora attraversati ci sentiamo quasi soffocare.
Il barocco di chiostri e chiesa fanno il resto.
..non è stanchezza, è scoramento..

Salutiamo con affetto e riconoscenza, ma brevemente, come forse sarebbe a loro piaciuto, Scola e Bene e usciamo a gambe levate (non in spalla perché in spalla ci abbiamo gli zaini).
..la metà alla meta..

Ancora non lo sappiamo, ma ci aspetta una delle più belle accoglienze di questo cammino.
A metà del serpente d'asfalto che unisce il complesso abbaziale a Cassino troviamo il monastero di Santa Maria della Rupe, gestito da quattro monache benedettine che ci fanno sentire a casa fin da subito. La struttura è in realtà una grande casa costruita da non più di cinquant'anni e loro ci vivono con tre cani, qualche gatto e cinghiali di passaggio. Si guadagnano da vivere facendo dei biscottini da leccarsi i baffi. Due sono di Monfalcone, una è croata, l'altra veneta. Sembrano davvero una bella famiglia e ci aggreghiamo volentieri alla loro quotidianità. Facciamo anche esperienza dell'ora et labora grattugiando almeno tre chili di mandorle. Al sottoscritto, invece dell'ora, scapperebbe il "va' in malora", ma ormai sappiamo che tutto è di passaggio, anche il pellegrino sempre in viaggio..
..preferivo macinare chilometri..


P.S. (post sfacchinatam):
a). Karma: più che un karma, il mio è una nuvoletta fantozziana, di smog. Non ci si spiega altrimenti perché anche in mezzo ai posti più impensati ci sia chi o lascia il motore acceso e scende a prendere un caffè, o ci sorpassa per poi fermarsi alla curva successiva, con la macchina in moto, appestando tutto il tratto, oppure si ferma proprio davanti alla panchina che abbiamo scelto per l'unica sosta della giornata. Mistero doloroso.
b). Solo dopo due cammini mi accorgo che il mio bastone ha un nome, e che si chiama Dio Saz.. Tutto.. Mistero glorioso.
..omnisazzente..

c). Ci siamo abbronzati, con l'invidiabile abbronzatura del pellegrino muratore e ciclista. Nonostante sia aprile. Nonostante la pioggia. Nonostante la crema protezione più infinito.. Mistero della luce.
d). Quanto sono buoni e desiderati i bisogni semplici del camminatore? L'acqua, il pane, la pasta, il vino, vestiti asciutti e la doccia? Mistero gaudioso.
e). Perché a camminare così non faccio fatica e mi scoccia scendere a buttare la monnezza? Mistero misterioso.


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