lunedì 19 novembre 2012

Compiti per casa

Esperimento per chi volesse: potreste lasciare un commento e dire che cosa vi suscita (se qualcosa vi suscita) la lettura del brano qui sotto? E perché non vi piace? Grazie in anticipo.
 

Gambe accavallate, accanto al finestrino la ragazza sfogliava distrattamente Elle. Arricciando il naso e passandosi spesso le dita a strizzare le narici non dava l’idea di gradire molto il misto di sudore, polvere, acari e cimici che permeava lo scompartimento dell’Intercity Roma-Bologna. Lo schifo del puzzo e il dondolio irregolare della carrozza non le permisero di avvertire subito che qualcuno aveva aperto la porta e aveva lasciato un bigliettino malamente fotocopiato sul sedile accanto al suo: “Ho tre figli picoli e malati, Dio ti benedica e la Madonna porti tanta fortuna” impreziosito da un’immagine di Maria col bambino presa da qualche santino. A malapena aveva intravisto la gonna a fiori della nomade, rossa come rosse erano le calze di lana sugli zoccoli di legno, e la treccia nera sulla schiena che dondolando sparì dalla porta lasciando un nuovo odore a mischiarsi nell’aria.
Si tirò su sullo schienale, bevve dalla bottiglietta di plastica e girò pagina, tirandosi più vicino ancora la borsetta che aveva incastrato tra la coscia e il bracciolo lato finestra. Non fece in tempo a riprendere la lettura della rubrica In&Out che si materializzò il controllore, una giovane resa anonima dalla divisa delle ferrovie e dalle scarpe nere d’ordinanza: “Biglietto prego?”. Scocciata aprì il portafogli e porse il cartoncino. “Mi spiace signorina, ma questo biglietto non è valido. Vede, questo era per un regionale, non per un Intercity”. Facendo cadere l’acqua la passeggera si alzò in piedi pure lei e iniziò a lamentarsi di come le ferrovie italiane fossero un disastro, dei ritardi, che in stazione non c’erano indicazioni chiare, che le carrozze puzzavano ed erano sporche. Nel mezzo della sua arringa rientrò la nomade nello scompartimento a riprendere il bigliettino che aveva lasciato con la speranza di raccogliere pure qualche moneta. Ci fu un attimo di sospensione, tutte e tre in piedi, mute.
“Perché non chiede a lei se ha il biglietto giusto?”
La nomade sgattaiolò via lasciando maledizioni, la capotreno facente funzioni di controllore si mosse dietro a lei, l’altra si sedette di nuovo riprendendo la lettura di Elle da pagina 27.

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