sabato 3 novembre 2012

Mi ritorni in mente: Quando gli dei compiono gli anni..

..la mano de dios del pibe de oro..


Martedì scorso, 30 ottobre, ricorreva l'anniversario della venuta al mondo di Diego Armando Maradona.
È strano per tutti vedere come passino gli anni, c’è chi se li sente addosso e chi li vede accumularsi negli altri. Solo lui, El pibe de oro, il ragazzo d’oro, sembra sempre uguale a sé stesso, forse perché non è mai stato uguale a niente e a nessuno.

Nessun paragone è mai stato davvero possibile con lui. Eduardo Galeano, uno dei più grandi scrittori viventi del Sudamerica, e forse il più grande scrittore di calcio, dice di Dieguito: “Maradona è incontrollabile quando parla, molto di più quando gioca”. E la sua vita è stata e sembra ancora un gioco eterno, con il pallone tra le gambe, i piedi ben piantati in terra, ma la testa, e le gambe, e le mani quasi protese verso il futuro, verso il cielo.

Nel nostro piccolo vogliamo ricordarlo nella sua sfera sacrale.
Non è un caso se per lui, da lui, si è coniata l’espressione Mano de Dios. E non è un caso che in molti vedano Maradona circonfuso da un’aura sacra, come i Re Taumaturghi di un tempo, come i sovrani asiatici paragonati al Sole. Dice Emir Kusturica, nel suo Maradona by Kusturica: “È un dio. E agli dei si perdona tutto”.

Canta Manu Chao con i Mano Negra: “Santa Maradona priez pour moi”, Santa Maradona prega per me. Nei campi da calcio è sempre stato l’Onnipotente, lui che ha travalicato le leggi della fisica usando un corpo che a vedersi sembrerebbe adatto solo al subbuteo, facendo passare, scendere e salire palloni quasi contro le leggi dell’impermeabilità dei corpi e della gravitazione universale, lui che per davvero, per una città intiera è stato al pari di San Gennaro e per una nazione una divinità azteca. E pensare cosa avrebbe potuto fare se non si fosse fatto di cocaina (parole sue). Paradiso e inferno in un corpo solo.


Per molti è dunque un dio, anzi un Dio con la D maiuscola. Ci rieferiamo alla Iglesia Maradoniana, che conta ormai 120.000 adepti e per cui, ovviamente, martedì scorso era Natale dell’anno 52 d.D. (dopo Diego).

E così pregano loro:
Diego nuestro que estás en las canchas. 
Santificada sea a tu zurda, venga a nosotros tu magia. 
Háganse tus goles recordar en la Tierra como en el Cielo.
Danos hoy la magia de cada día, perdona a los ingleses, 
como nosotros perdonamos la mafia napolitana, 
no nos dejes caer en off-side y líbranos de Havellange y Pelé. Diego!

Diego nostro che sei nei campi
santificato sia il tuo sinistro, venga a noi la tua magia.
Possano i tuoi gol ricordarsi in Terra come in Cielo.
Dacci oggi la magia quotidiana, perdona gli inglesi
come noi perdoniamo la mafia napoletana,
non ci far cadere in off-side e liberaci da Havelange e Pelé. Diego!


Articolo pubblicato su Datasport.it e Italiagermania4-3.com il 03 novembre 2012
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