TENNIS - Profilo del barone Gottfried von Cramm, vincitore di due Roland Garros, ma considerato il più grande numero due di sempre... Morto in un incidente stradale, vide la sua carriera frenata dal nazismo, che non riuscendo a usarlo come “testimonial” lo incarcerò con l'accusa di omosessualità! Nel 1938 non potè giocare un'edizione di Wimbledon che probabilmente avrebbe vinto.
Nella puntata precedente abbiamo parlato di Don Budge e del suo rovescio, considerato uno dei migliori di sempre. Oggi introdurremo la figura del barone Von Cramm, la personalità più interessante a tener testa a Budge nel pre-guerra.
Di lui si dicono principalmente due cose: che fu, probabilmente, il più
forte n. 2 della storia del tennis (mi raccomando, calate sempre tutto
ai tempi di cui parliamo!) e poi che era nobile non solo di nome, ma
anche di fatto.
Gottfried Alexander Maximilian Walter Kurt Freiherr von Cramm, era nato in Germania nel 1909 e come riassunse di lui Don Budge : “era della vecchia nobiltà germanica… Ma la
sua vera nobiltà risiedeva nelle qualità umane, piuttosto che nella sua
discendenza; era uno dei più grandi sportivi del mondo e forse il più
amato da tutti i giocatori”. Per dare un’idea, alla fine
della finale del 1936 a Wimbledon, perduta da Fred Perry, pregò
l’arbitro di scusarlo verso il pubblico per la scarsa qualità del gioco,
ma lui si era infortunato nel primo game.. Piuttosto che ritirarsi
aveva, nobilmente, giocato anche da infortunato! E non c’erano prize
money per la sola partecipazione..
Vinte le finali del 1934 e del 1936 a Parigi, trovò la strada
sbarrata prima da Fred Perry e poi da Donald Budge, con cui combatté in
quella che Tilden definì la più bella partita di tennis a cui aveva
assistito, e che descriveremo nel prossimo articoletto. Oltre che dagli avversari, il suo palmares non poté venir rimpinguato anche, o forse soprattutto, a causa della politica. Lui che incarnava così perfettamente il modello della supremazia ariana sia nel fisico sia nelle vittorie era invece un oppositore del partito nazista.
I gerarchi cercarono di servirsene per scopi propagandistici, ma lui si
oppose spesso con battute ironiche e non prestandosi a quel gioco
politico.
Fu addirittura imprigionato dal regime nazista nel 1938 con
l’accusa di omosessualità; in realtà pesava molto di più la sua critica
costante, seppur discreta, compatibile ovviamente con un regime
violento, alla dittatura. Uscì dalla prigione dopo 6 mesi (la
sua condanna come reo confesso era di un anno) dopo che i suoi colleghi,
primo fra tutti Don Budge, firmarono una petizione per la sua
scarcerazione. Ciò nonostante, non fu ammesso a Wimbledon: i
giudici d’allora non se la sentirono di iscrivere un prigioniero di
Hitler e comunque un sospettato di omosessualità, e dire che al Queen’s
aveva appena battuto 6-1 6-0 Bobby Riggs, colui che poi avrebbe vinto i
Championships! Combattè comunque con la Germania nella Seconda
Guerra Mondiale, e continuò a giocare in Coppa Davis fino al suo ritiro
dopo la stagione 1953; detiene ancora il record per il maggior numero di vittorie in Coppa Davis tra i giocatori tedeschi
e continuò poi a occuparsi di tennis come dirigente federale. Morì in
un incidente automobilistico al Cairo nel 1976. Sebbene vinse in tutto
solo due titoli dello Slam, entrambi a Parigi, possiamo considerare
Gottfried Von Cramm tra gli atleti maggiori e tra gli esempi più belli
della storia del tennis.
Pubblicato su Ubitennis il 6 giugno 2011
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