TENNIS - Wilmer Lawson Allison fu un gran doppista, ottimo singolarista e recordman in Davis. Una volta giocò in Italia, vincendo una partita contro De Stefani...che si mangiò 18 match-balls! Ma gli dei del tennis sono burloni, e l'anno dopo Allison perse dall'istrionico Borotra non sfruttando 4 palle match, stavolta a suo favore..
allison
Wilmer Lawson Allison è un nome
che non dirà granchè agli appassionati, eppure è stato un personaggio di
spicco nel primo dopoguerra. Uno che vale la pena ricordare. Anche per
portare avanti il filone...doppistico della nostra rubrica. Nato nel
1904 in Texas, vinse gli US Open del 1935 in singolare, ma ha riportato i
maggiori successi come doppista. Erano altri tempi: i
giocatori potevano cimentarsi in singolare, doppio e doppio misto con
altrettanta versatilità e senza incorrere in usura fisica nel corso dei
tornei, Allison vinse in doppio misto gli US Open del 1929 e del
1930, in doppio maschile Wimbledon nel 1929 e nel 1930 e gli US Open
nel 1931 e nel 1935, stesso anno in cui trionfò in singolare.
Abituale compagno di John Van Ryn, per oltre 50 anni detenne un
record significativo: 14 vittorie contro 2 sconfitte in Coppa Davis
(senza però mai vincerla), migliorato solo dalla strabiliante coppia
McEnroe/Fleming con lo score di 14-1. Uno dei suoi colpi migliori fu la
volée di dritto; Jack Kramer, uno che se ne intendeva, scrisse
che Allison era il migliore, seguito sul suo personalissimo podio da
Budge Patty e John Newcombe. Ad ogni modo, nel 1931 la
semifinale di Davis vedeva gli USA contro l'Italia e Allison contro
Giorgio De Stefani. De Stefani, veronese, fu il primo italiano a
raggiungere la finale a Parigi (1932, perdendo da Cochet) e a giocare da
ambidestro, quindi passandosi la racchetta dalla sinistra alla
destra (era mancino) e non giocando mai un rovescio e specializzandosi
in fulminei passanti...
In quella semifinale De Stefani fu quasi sempre avanti nel punteggio,
ma la partita si risolse al quinto. Vinse l'americano 10-8 al quinto,
annullando la bellezza di 18 matchpoint! Bisognerebbe chiedere alla
Schiavone cosa significhi vincere dopo aver salvato tante palle match e quanto carattere bisogna avere... per togliere dal sacco un gatto che già era mezzo intrappolato!
Curiosamente, un anno dopo, Allison perse in finale la Davis contro
Borotra allo stadio del Roland Garros non sfruttando quattro palle
finali a suo favore...L'andamento della partita, tuttavia, fu falsato da
macroscopici errori di arbitraggio, più o meno intenzionali, e dal
comportamento istrionico di Jean Borotra. Non a caso, secondo Bill
Tilden, era il "moschettiere": “più artista e il ciarlatano; senza dubbio il più grande showman e il maggior imbroglione della storia del tennis”.
Il nostro Allison invece era un uomo tutto d'un pezzo e, da buon
americano anni '30, non avvezzo alle scene madri europee. Infatti, dopo
il suo definitivo ritiro dovuto a un infortunio all'addome, si arruolò
nell'esercito divenendo colonnello e partecipando alla Seconda Guerra
Mondiale per poi dedicarsi all'insegnamento sportivo e del tennis in
particolare all'Università del Texas. Entrò infine nella Texas Sports Hall of Fame nel 1957 e nel 1963 nella International Tennis Hall of Fame di Newport.
Articolo pubblicato su Ubitennis il 28 febbraio 2011
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