TENNIS - Ritratto di Helen Wills Moody, la campionessa dai 1000 record: 31 tornei dello Slam e 158 partite senza perdere un set. La sua fama non si limitò al campo da tennis: fu un'ottima pittrice, nonchè modella di pittori e scultori! Perché dunque non è ricordata come lo è la Lenglen? E perché era chiamata Little Miss Poker Face? Dietro a Margaret Court e Steffi Graf, tra le vincitrici Slam c'è lei...
Era da un po' che volevo provare a scrivere un breve ritratto di Helen Wills (Moody) in questa rubrica.
Un personaggio che ha il suo fascino, seppur un po'
nascosto.Forse perché non si trova subito molto su di lei. Forse perché
non è stato scritto moltissimo su di lei come è stato fatto su altre
giocatrici. Eppure è stata una delle più grandi giocatrici di tennis di
tutti i tempi, dominatrice della scena negli anni venti e trenta.
Per certi versi un unicuum tra le tenniste, forse l'ultima della
generazione Romantica, per cui il tennis non era una professione (lo
disse apertamente), ma un hobby per le classi sociali più ricche da
aggiungere alla pittura, alla musica, alla letteratura...
I SUOI RECORD
Nel corso della sua carriera vinse 31 tornei dello Slam assommando
singolo, doppio e doppio misto; di questi trentuno, sette sono i singoli
allo U.S. Open (1923-25, 1927-29, e 1931), otto i Wimbledon (1927-30,
1932-33, 1935, e 1938), e quattro gli Open di Francia (1928-30 e 1932).
In più vinse due medaglie d'oro olimpiche ai giochi di Parigi 1924
(singolo e doppio) in quella che fu l'ultima edizione in cui il tennis
fu sport olimpico prima del 1988. È la terza giocatrice di
sempre come numero di Slam in singolare vinti dietro a Margaret Court e
Steffi Graf, ma non partecipò mai agli Australian Open! Dal
1927 al 1932 ha vinto ogni Slam a cui partecipò; meglio ancora, ha vinto
ogni partita che giocò; e ancor più strabiliante, ne ha vinto ogni
singolo set!
Quindi un totale di 158 partite e 27 tornei vinti senza
perdere un set, con questa striscia strabiliante che si esaurì nel 1933 a
Forest Hills, nelle finali degli US Open perdendo contro Helen Jacobs.
In tutto, nello Slam ha un record di 126 partite vinte e 3 perse. Non
male, vero? E non pensate: ma era un altro tennis, etc etc... Ogni epoca
ha il suo tennis e tutto va rapportato alle difficoltà dei tempi, e
comunque 31 titoli dello Slam rimangono 31 titoli dello Slam!
Insomma, da una carriera così ci si aspetterebbe di trovare fiumi di inchiostro di aneddoti, curiosità, etc...E invece, il
suo carattere schivo, introverso, timido, che nei campi da tennis si
tramutava in gelido calcolo e fame di vittoria e perfezionismo, ci ha
passato alla storia una figura ancora in parte in ombra e forse un po'
sottovalutata.
LITTLE MISS POKER FACE
Era il suo soprannome coniato dai giornalisti, un nomignolo che a
Boris Becker farebbe comodo nella sua nuova carriera, ma non certo
lusinghiero per una tennista degli anni '20 e '30! Little Miss
Poker Face, signorina faccia da poker... Perchè non lasciava trapelare
nessuna emozione, nè in campo nè fuori... Non era un'attrice consumata
come la Lenglen per intenderci...Non era interessata ai
contorni dei campi da tennis, non si concedeva a giornalisti e tifosi,
non ostentava buone maniere, non faceva la simpatica - neanche per finta
- con i colleghi, non aveva pietà (sportiva) per le avversarie; come
ebbe a dire un commentatore dell'epoca : she simply won... Semplicemente
pensava a vincere (trad. libera)...
STILE
Aveva però il suo stile. Vestiva sempre e solo esclusivamente in
bianco: veste alla marinara bianca, con gonna a pieghe bianca e lunga
fino al ginocchio, scarpe bianche e sopra tutto la contraddistingueva
una visiera bianca che non abbandonò mai. Era decisamente più
carina della Lenglen. Del rapporto tra le due parleremo tra una
settimana, non perdetevi la puntata sulla Sfida del Secolo! Il
suo gioco si basava sulla regolarità da fondo campo pur non essendo
molto mobile. Si piantava sulla linea di fondo, di rovescio scambiava
mantenendo lo scambio con lunghi cross per poi liberare il suo dritto
micidiale, il colpo che davvero l'ha resa letale per le avversarie.
Sposò il finanziere Frederick Moody nel 1926 (anche questo capitolo
entrerà nella prossima puntata, vedrete...) da cui divorziò nel 1937 per
sposare due anni dopo Aidan Roark uno sceneggiatore e giocatore di
polo.
Si ritirò, senza passare al professionismo - tappa quasi
obbligata all'epoca - dopo un curioso incidente: fu morsa da un cane
all'indice della mano destra e da quel momento non poté più esercitare
il suo potente gioco. Morì a 92 anni in California, sua patria,
nel 1998, dopo aver donato 10 milioni di dollari all'Università della
California, Berkeley per fondare un istituto per lo studio delle
Neuroscienze che ora porta il suo nome.
HELEN E L'ARTE
Una costante della vita della Wills fu l'Arte. Un binomio
inesplorato, il tennis e l'arte, ma di cui mi accorgo sempre più della
felice e frequente unione. Come da paradigma, scrisse un manuale di
tennis e da ritirata la sua autobiografia, ma anche un romanzo e diversi
articoli per il Saturday Evening Post che personalmente illustrava.
Infatti, Helen aveva una manina benedetta (come scrive Clerici)
non solo per il gioco di racchetta, ma anche per la pittura. Prese il
diploma e dipinse per tutta la vita esponendo in diverse città, e
ritraendo anche plasticamente la Lenglen. Cosa ancor più notevole fu soggetto d'arte, nel senso che fu presa da modello sia da poeti e scrittori che da artisti.
Diego Rivera e la moglie Frieda Kahlo furono ospiti dei Moody-Wills, e
Rivera la ritrasse come soggetto principale in un murales intitolato
Allegoria della California perché riteneva che era per merito suo che la
California si era fatta conoscere in tutto il mondo. Calder, il grande
scultore e pittore, ne fece il suo modello per una scultura che, se non
erro, fu battuta a 3.850.000 dollari nel 2009 e che potete vedere qui.
E Charlie Chaplin (uno piuttosto attento al fascino femminile) rispose a
chi gli chiedeva quale fosse la più bella cosa che mai avesse visto : "Le movenze di Helen Wills mentre gioca a tennis".
Perchè dunque non è considerata come lo fu e lo è la Lenglen? Cercherò di dire qualcosa di più tra una settimana, ma intanto ecco un parere di Bill Tilden in controcanto: "Fu la più fredda e egocentrica campionessa di tennis mai conosciuta.
Il suo completo disinteresse verso gli altri giocatori e la sua
determinazione a giocare solo quando voleva lei non le fecero dare alcun
contributo all'avanzamento del gioco del tennis e neppure allo
svilupparsi delle nuove generazioni".
Pubblicato su Ubitennis il 19 aprile 2011
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