Dopo Wimbledon solo tre settimane separano i migliori giocatori del mondo dal calcare di nuovo i campi di Church Road per cercare di mettere al collo almeno una medaglia olimpica. Dal 28 luglio al 5 agosto, l’All England Club ospiterà i sogni di gloria sportiva di quarantacinque nazioni.
..the defending champion.. |
Passata già agli annali come un’edizione storica, Wimbledon quest’anno raddoppia.
Già, perché dal 28 luglio al 5 agosto i campi dell’All England Club
ospiteranno gli incontri per assegnare le medaglie di singolaristi e
doppisti: cinque podi per quarantacinque nazioni da
disputarsi sull’erba più famosa del mondo. Non la stessa erba
dell’edizione Slam, infatti quella già è stata tolta per impiantare un
nuovo manto erboso già germinato, ma la cornice più prestigiosa per un
torneo speciale.
È la prima volta che si gioca su questa
superficie da quando il tennis è stato reintrodotto nell’Olimpo degli
sport dopo un’assenza che perdurava dall’edizione parigina dei Giochi
del 1924; era il 1984 e a Los Angeles si tenne solo una dimostrazione
che preparasse l’effettivo reintregro avvenuto nel 1988 a Seoul. Non è
però la prima volta che le medaglie del tennis a cinque cerchi vengono
contese sull’erba londinese: avvenne già nel 1908 sui campi della
vecchia sede dei Championships, l’impianto di Worple Road. In questa edizione la novità sarà il doppio misto che non si vedeva in un’Olimpiade dal 1924,
per le altre medaglie ci saranno ben tre delle quattro medaglie d’oro
di Pechino 2008: Rafael Nadal, le sorelle Williams e il team svizzero
Wawrinka-Federer; mancherà la russa Elena Dementieva ritiratasi nel 2010
a soli 29 anni.
65 giocatori e altrettante giocatrici per i
singolari, 32 team per i doppi e 16 coppie per il misto saranno i
protagonisti di uno sport che alle Olimpiadi ha dato tanto, basti
ricordare che il tennis è stato lo sport che ha dato la prima
medaglia olimpica a una donna: la britannica Charlotte Cooper fu
l’apripista nell’edizione parigina del 1900.
La marcia d’avvicinamento al torneo ha
previsto la definizione delle entry lists, annunciate il 26 giugno
scorso dall’ITF, l’International Tennis Federation che cura
l’organizzazione della manifestazione tennistica, come anche i tornei
dello Slam, della Coppa Davis e della Fed Cup e che è guidata
dall’italiano Francesco Ricci Bitti. Il sorteggio dei tabelloni, invece,
dovrà essere fatto non più tardi di 48 ore dall’inizio del torneo, come
dice il regolamento ufficiale. Diversa la tempistica per l’entry list
del doppio misto, che verrà invece decisa poco prima dei sorteggi in
base a dei criteri molto rigorosi dell’ITF.
Proprio i criteri per l’ammissione alle Olimpiadi sono stati criticati da diversi giocatori e da molti addetti ai lavori.
Proviamo a riassumerli brevemente: sono eleggibili quattro giocatori di
singolare più due per il doppio per ogni nazione in base alle
classifiche mondiali all’11 giugno 2012, devono essere nominati dal
Comitato Olimpico della nazione di appartenenza e rispondere ai
requisiti imposti dall’ITF, cioè un minimo di presenze alle convocazioni
delle nazionali che giocano la Davis o la Fed Cup. Proprio questo punto
è quello più criticato da giocatori e giocatrici. Partecipare a queste
manifestazioni annuali è un impegno molto gravoso in un calendario già
di per sé molto fitto, che non permette di allenarsi, alle volte di
recuperare da infortuni, altre volte addirittura di guadagnare punti
(altra condizione indispensabile per accedere alle Olimpiadi).
Così verrà a mancare per questi motivi la n. 10 del mondo, la francese Marion Bartoli, mentre si è creato un caso per l’austriaca Tamira Paszek,
che ha fatto una grande stagione sull’erba: prima estromessa dall’entry
list, ha poi fatto ricorso ricevendo in premio il posto nella squadra
olimpica. Le polemiche non sono certo mancate, dunque, ma un
torneo prestigioso come questo è inevitabilmente soggetto a critiche e a
discussioni anche accese. Quel che è certo è che gli
appassionati di tennis quest’anno avranno un torneo di prestigio in più
da seguire con attenzione e, come sempre, con tifo maniacale e un po'
nazionalistico.
Articolo pubblicato su Vavel il 12 luglio 2012
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