TENNIS - La Coppa Davis è stata protagonista nel weekend scorso, con molte polemiche sul coinvolgimento di alcuni giocatori. Anche in passato queste polemiche fiorivano, ma non hanno mai coinvolto John McEnroe. Ecco alcuni dati sul suo rapporto con la Davis, e il perchè, secondo John, Connors non giocava con la sua nazionale...
john mcenroe
“È tempo di Davis, ancora!”
Nella scorsa settimana qualche tennista avrà pensato questa frase con
fastidio, altri con sollievo, altri con entusiasmo. In questa rubrica
di racconti dal passato, oggi guardiamo a uno dei giocatori più
attaccati alla maglietta nazionale, in questo caso a stelle e strisce: John
McEnroe, ancora lui! Vale la pena, in tempi di egoismo professionista,
ripensare a una figura chiave del nostro sport che ispiri qualche
considerazione a riguardo. Non vorremmo cadere nel moralismo
patriottico ma McEnroe, almeno in questo, può insegnarci qualcosa. Tanto
che pure ai suoi tempi questa polemica era viva e vegeta. Ad esempio
Connors era troppo individualista per attaccarsi a questo torneo a
squadre e dividere oneri e onori. Non è il caso, dunque, di pensare a
fantomatiche età dorate in cui ogni giocatore si sarebbe fatto in
quattro per venir convocato in qualsiasi turno di Davis. Anche perché
sappiamo bene quanto il significato della Coppa sia cambiato nel corso
della sua centenaria e affascinante storia, e davvero certi paragoni con
il tempo odierno non reggono.
Il caso McEnroe, qui presentato in uno dei suoi lati
migliori, è allora una chiave di lettura con cui gli sportivi nel senso
più ideale (idealistico?) del termine vivono la Davis. Tutti
sanno quanto John sia stato importante (e lo sia tuttora) per la storia
mondiale del tennis, pochi sanno quanto lo sia stato per il suo Paese.
Per chi lo conoscesse solo per il carattere a volte irriverente o
sboccato, McEnroe potrebbe sembrare il più sfacciato degli egoisti; e
invece, alla Nazionale ha dato tantissimo. Alcuni dati dei suoi record
strabilianti, alcuni dei quali ancora vivono: 49 singolari
giocati di cui 41 vinti, 59 match vinti e 69 match giocati. Ha
partecipato inoltre a 30 turni e a 12, dico dodici! anni di Davis.
Tra gli altri record raggiunti: la partita più lunga in Davis, quando
tutti i set si giocavano senza tie-break. Accadde nel 1982. Gli USA
erano i detentori dell’insalatiera e giocavano i quarti in Svezia,
contro un certo Mats Wilander. McEnroe aveva già vinto il primo
singolare e il doppio, ma non bastava: Mats e John scesero in campo sul
2-2, e già dal primo set si capì l'andazzo: 9-7 USA; seguito da un più
agevole 6-2 sempre yankee. Confortato dal tifo di casa, Wilander
reagisce spuntando il terzo 17-15 per poi portarsi sul 2-2 accendendo
più di un barlume di speranza negli scandinavi. Al quinto set, dunque,
si sarebbe deciso il turno che John trionfò 8 a 6 portando in
semi gli Stati Uniti dopo 6h e 22’ e festeggiando con il mitico Artur
Ashe, capitano in quell’anno. Sarà poi una bella cavalcata alla
conquista del trofeo, battendo gli Aussies e infine i francesi, con John
sempre più leader e in prima linea e vincitore su Yannick Noah ancora
in 5 set durati 4h e 21’. Molti detrattori, nel corso della
carriera dell’americano, hanno trovato diversi appigli nel suo
comportamento sempre al limite del lecito, ma nessuno potrà mai
contestargli scarso attaccamento agli Stati Uniti, mentre lui ha potuto
dire di Connors: “For Jimmy, tennis meant money, and Davis Cup wasn’t money”
(Per Jimmy, il tennis ha sempre significato soldi, e la Coppa Davis non
era remunerativa). La differenza, forse, stava tutta lì.
Articolo pubblicato su Ubitennis il 9 marzo 2011
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