TENNIS - Con Pam Shriver, Martina Navratilova detiene la più lunga striscia di vittorie in doppio. Ecco alcuni aneddoti sul doppio: da Emerson ai Bryan, passando per McEnroe-Fleming, citando McMillan, la Hingis e l'amore per il doppio ai tempi di Bill Tilden...Sapete qual è l'unico tennista ad aver vinto tutti e quattro gli Slam sia in singolare sia in doppio?
Martina Navratilova
Nel constatare la nobiltà decaduta del doppio gli
esperti ricordano come anni fa, ma neppure troppi, lo giocavano le
migliori racchette, mentre ora solo pochi campionissimi ci si dedicano
se non per entrare in forma o come sorta di allenamento del gioco a
rete.
È curiosa la storia del doppio!
Per un gioco nato nelle classi altolocate il doppio era occasione
sociale più del singolare e, per motivi galanti, lo era di più la
versione mista. Ne "Il giardino dei Finzi-Contini", Giorgio Bassani, esperto e aficionado del tennis, descrive una scena esemplificativa della funzione sociale del gioco.
Fino a una ventina d’anni fa, forse qualcosina in più, il doppio era
una specialità giocata e seguita, vista anche l’importanza rivestita
nella Coppa Davis, manifestazione molto più sentita che oggi.
Per svariati motivi, ad esempio l’impegno fisico ben più logorante
che una carriera da singolarista comporta ai nostri tempi, il doppio
viene giocato praticamente solo da amatori o specialisti, ma con qualche
eccezione, come nel caso di Flavia Pennetta.
Sicuramente, come diceva nel 1991 lo specialista sudafricano
Frew McMillan (re di Wimbledon in coppia con l'australiano poi
naturalizzato sudafricano Bob Hewitt) , il doppio viene considerato come
una buona merce che un negoziante non mette in vetrina; però
un conto era assistere a incontri di Newcombe, McEnroe o Navratilova, un
altro paio di maniche è veder giocare tennisti di secondo piano.
Valga su tutti la dedizione della Navratilova appena citata: con Pam
Shriver costituì la miglior coppia di doppio femminile. Anche la Shriver
era piuttosto brava in singolare; a sedici anni e due mesi fece finale
agli US Open perdendo da Chris Evert. Curiosamente, però, non seppe più
ripetersi.
La sua grande abilità fu però la scelta della compagna: cadde su Martina Navratilova. Meglio non poteva trovare.
Giocarono insieme dal 1981 al 1988 e poi nel biennio 1991-1992. Dopo un
inizio buono, ma non eccezionale, da aprile 1983 (sconfitte da Anne
Smith e Billie Jean King, altra grandissima che si cimentava spessissimo
nel doppio) vinsero 109 partite consecutive realizzando il Grand Slam nel 1984
e perdendo in finale a Wimbledon 1985. Insieme vinsero 78 titoli tra
cui 7 Australian Open, 5 Wimbledon, 4 US Open e 4 Roland Garros. Martina
disse nel 2004 che il doppio le era sempre piaciuto per lo spirito di
squadra e perchè per giocarlo bene devi essere una tennista ancora più
completa. Sse lo dice lei…
Anche l’altra Martina (Hingis) diceva: "Più gioco in doppio e più miglioro in singolare!".
Per contro, la miglior coppia maschile di sempre, almeno a sentire Peter Fleming è questa: John McEnroe con chiunque altro.
Peter Fleming, dicendo questo, fece professione di modestia: fu suo
compagno dal 1979 al 1984 e assieme vinsero 7 Slam! Insomma anche lui
non era poi così male.
Rimane certamente un po’ d’amarezza in chi visse le epoche d’oro del doppio. Roy Emerson disse nel 2004 che il suo record di 28 titoli dello Slam, 12 in singolare e 16 in doppio, sarebbe rimasto imbattuto: "Infatti nessun top-player lo gioca più!"
Emerson, detto "Emmo", è stato l'unico tennista ad aver vinto i quattro titoli dello Slam sia in singolare che in doppio...
Bisognerebbe allora tenere a mente quello che diceva l’arguto Bill Tilden: “La
gente ama più il doppio del singolare perché corre meno, ha qualcuno
cui imputare le sconfitte e qualcuno con cui brontolare mentre gioca”.
Ad ogni modo, il doppio ha anche qualche handicap: se non volete
incorrere in discussioni fratricide (come tuttora mi capita, a distanza
di anni dalla prima e ultima partita giocata con mio fratello) non
giocate il doppio con vostro fratello. Ciò a meno che non siate gemelli e
il vostro cognome sia ... Bryan!
Pubblicato su Ubitennis il 15 febbraio 2011
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