TENNIS - Presentiamo uno dei più famosi libri di Gianni Clerici, Divina, dedicato a Suzanne Lenglen. La prima Diva del tennis nonché campionessa assoluta. Un must per gli appassionati. Un modello per gli scrittori di tennis. Si tratta di una biografia da cui traspare l'amore verso la protagonista e viene utilizzata la finzione tipica del romanzo. Non è azzardato fare un parallelo con "Open" di Andre Agassi, altro capolavoro del genere.
Il primo (grande) amore non si scorda mai: vale
anche per i libri. Questo libro, per me, è stata una rivelazione. Per
diversi motivi.
Gianni Clerici - Divina. Suzanne Lenglen, la più grande tennista del mondo.
Roma : Fandango Libri, 2010 (prima edizione: Corbaccio, 2002) - 397 p. - Eur 10,00 - ISBN : 9788860441478
Lo lessi qualche anno fa, in uno dei miei primissimi anni di innamoramento del tennis. Mi rapì e mi fece capire alcune cose. Che il tennis ha una tradizione antica, con miti e tradizioni proprie. Che il tennis si presta molto bene a essere un soggetto letterario (a volte di alta letteratura) e che, anzi, diverse volte grandi scrittori (e grandi giornalisti) si sono ispirati al tennis. Come in questo caso. Anche se Gianni Clerici non ha bisogno di presentazioni, ricordiamo solo le parole di Italo Calvino: “Clerici è uno scrittore in prestito allo sport”. Neppure questo libro è sconosciuto agli appassionati: lo presentiamo perciò a quei pochi che non lo abbiano ancora letto e lo consigliamo senz’altro come lettura estiva agli interessati, sono bellissime anche le foto (e le didascalie dell’autore).
Ritengo che sia proprio in questo libro che Clerici dia prova del suo
essere scrittore piuttosto che “semplice” giornalista o storico. Più
che non in 500 anni di tennis (la Bibbia per gli appassionati e secondo
Enzo Biagi “il libro italiano più conosciuto dopo la Divina Commedia e Pinocchio”),
più che nei suoi romanzi (come Zoo. Storie di bipedi e altri animali;
Erba rossa; Alassio 1939; per citare solo i più conosciuti). Spiego le
mie considerazioni: questo libro è essenzialmente una biografia,
la biografia di Suzanne Lenglen narrata in rigoroso ordine cronologico,
dopo ricerche storiche puntuali e rigorose. Però non è una
cronaca. È tra le migliori biografie mai lette e certo una tra le
migliori mai scritte su tennisti (dopo la compareremo con quella di
Agassi).
Il perché è presto detto e si riassume in due motivi. Il primo è la passione e l’amore dell’autore verso la Divina; questo si avverte in ogni pagina e in ogni riga, anche se l’occhio rimane critico sempre, mai agiografico. Il secondo è la tecnica: la finzione tipica del romanzo
(il libro si apre con il racconto dell’arrivo di un giornalista che si
reca in calesse a casa della bambina Suzanne per un’intervista e
l’autore ce la narra come se fosse il prologo di un film: si sente quasi
il ruotare delle ruote sulle strade della Piccardia), lo stile tipico
di Clerici fatto di termini desueti, francesismi o neologismi
(acciaccapesta, incarognita, etc..), di ironia e costruzioni sapienti
delle frasi, tese a creare la giusta aspettativa nel lettore e a
incollarlo al testo; alle volte sembra addirittura quasi una pièce
teatrale. Ci addentriamo così nel tennis e nella vita privata di
Suzanne scoprendo la sua infanzia, il rapporto con i genitori, gli
amori, le amicizie, la società tra le due guerre mondiali: insomma, la
vita di un’attrice fatale dei courts. La prima, affascinante, imbattibile e irraggiungibile, delle molte Dive che il nostro sport ha conosciuto.
Chiudo questo indegno omaggio a un libro che mi ha letteralmente rapito in altri mondi facendo un
parallelo con la recente biografia di Agassi dicendo che fanno parte di
due universi comunicanti attraverso una semplice racchetta di tennis.
Scritti benissimo entrambi, mentre Divina è un libro dal respiro di
Vecchia Europa (a cavallo tra Francia, Inghilterra e Italia), Open è
americano nel più profondo del midollo. È la stessa differenza che
esiste tra mangiare una bourguignon con del Bordeaux a Montmartre e un
hamburger (seppur di ottima qualità) con Coca-Cola a Central Park: de
gustibus...Infine: quest’estate andrò a Nizza e Cannes con in tasca la
copia ormai già consunta del libro di Clerici, a cercare il fantasma di
Suzanne, vi farò sapere se anche questi posti sono diventati un
gigantesco McDonald’s o se si possa respirare, ancora per poco, i
profumi della Costa Azzurra della Divina che Clerici tanto ama e tanto
fa amare.
Recensione pubblicata il 23 agosto 2011 su Ubitennis
Nessun commento:
Posta un commento