Suzanne Lenglen a Wimbledon...2010!
Il 2010 sarà ricordato sicuramente per la più lunga
partita nella storia del tennis: Wimbledon, 22-24 giugno, Isner b.
Mahut 6-4, 3-6, 6-7 (7-9), 7-6 (7-3), 70-68 in 11 ore e 5 minuti. Per
chi voglia rinfrescarsi la memoria si veda il racconto di Ubaldo Anche questa partita, come tutte le partite ormai diventate mito, si porta dietro una serie di storie parallele. Ad esempio
la Regina, assente da Wimbledon da 33 anni, era presente sul centrale
per vedere Andy Murray, ma non è andata a seguire lo storico evento:
vi immaginate i bodyguard e i servizi segreti che affollano il campo 18
per far sedere la Regina? E molto probabilmente Queen Elizabeth avrebbe
preferito andare alle corse dei cavalli piuttosto che seguire una
cinquantina di games combattuti a suon di Aces!
Magari avrebbero potuto spostare l'incontro sul Centrale come
proposto dal sempre ligio all’etichetta John McEnroe, ma, si sa, per
modificare il regolamento a Wimbledon c'è bisogno di diverse dispense
papali e di qualche anno di dibattito...
Potendo avere la macchina del tempo, chissà che cosa avrebbe
detto la Divina (e Diva) Suzanne Lenglen che nella finale degli Open di
Francia 1926 sconfisse 6-0 6-1 l’americana Mary Kendall Browne, allora
n. 6 del mondo. Un match record non per il punteggio, ma incredibile per
la durata: 27 minuti, forse meno di quanto sia durato il
riscaldamento di Isner e Mahut. Salutato il dilettantismo in gran stile
per approdare al professionismo, Suzanne ritrovò curiosamente la Browne
come avversaria delle sue esibizioni nella tournée americana e ne fece
la sua vittima sacrificale; lo score finale fu impietoso: 38 vittorie a
0. La Lenglen, tuttavia, visse anche la propria carriera da dilettante
come quella di una professionista moderna. L'educazione sportiva avuta
dal padre Charles, forse uno dei primi padri-allenatori-padroni della
storia del tennis, non era certo ispirata a princìpi decoubertiniani (ma
l’importante sarà davvero partecipare?). Se una delle più famose
tenniste contemporanee della Lenglen, Helen Wills Moody, poteva
permettersi di dire che “il tennis è un divertimento, non una carriera”, lei
fu abituata ad avere fame di vittoria dalla dura disciplina imposta dal
padre. Per esempio, se Suzanne non si allenava bene allora niente
marmellata per lei a colazione! Se invece si allenava come il padre
pretendeva veniva gratificata con uno zuccherino inzuppato di brandy...
E neppure sua madre era tenerissima con lei. Dopo la celeberrima e
tesissima vittoria a Cannes del 1926 sulla stessa Helen Wills Moody per
6-3 8-6, considerata da molti il capolavoro tennistico della Lenglen, la
madre di Suzanne si rivolse così alla figlia: “Per Dio, come hai giocato male”!
La Divina, che vinse Wimbledon 6 volte dal 1919 al 1925 saltando il
1924 perchè malata, se fosse stata presente quest'anno a Wimbledon
avrebbe magari brindato alla vittoria di Isner con un bicchierino di
brandy. In effetti lei sorseggiava brandy anche nei cambi campo
delle partite che giocava: se l'avessero fatto anche Isner e Mahut,
l'incontro sarebbe finito mooooooolto prima… Chissà però se la Lenglen
avrebbe davvero voluto ritornarci, sui prati di Church Road! Il
suo rapporto con Wimbledon fu di amore e odio; e proprio per motivi
Regali… Nel 1926 stava combattendo per il settimo titolo, ma un equivoco
sull’orario di una partita fece attendere la regina Mary sul palco per
diverso tempo mentre la Lenglen aveva una crisi di nervi negli
spogliatoi. Apriti cielo! I giornalisti inglesi furono impietosi con
lei. Lei che era francese, dominava da 7 anni il torneo d'Inghilterra,
vestiva succintamente (per l'epoca) e giocava un tennis poco femminile.
Per farla breve, Suzanne si ritirò sconvolta dal torneo e dalla carriera
dilettantistica.
Un'ultima considerazione: il match più lungo della storia si è
combattuto sui veloci campi in erba e una finale così breve sulla terra
battuta. Ma quanto affascinante e contraddittorio è il tennis?
Enos Mantoani
Pubblicato il 21 novembe 2010 su Ubitennis
Nessun commento:
Posta un commento