Bertolucci e il suo "Braccio d'oro"
Ci siamo proposti di leggere o rileggere per voi
libri di tennis di qualche tempo fa, quindi non i libri appena usciti,
le novità, ma i libri che vorremmo scoprire o riscoprire, per
farveli conoscere o per farveli ritornare in mente, magari riletti col
senno di poi! Non siamo recensori di professione, solo vogliamo
condividere con voi alcuni pensieri che ci ispirano questi libri che
bene o male avranno a che fare con il tennis. D’altra parte se i libri
non sono scritti per i lettori, per chi lo sono? Perciò i lettori
possono anche “criticare”, nel senso più positivo e meno pedante del
termine!
Iniziamo con questo libro del 2006 (non vecchissimo dunque):
Stefano Meloccaro
Braccio d’oro. Il meraviglioso rovescio di Paolo Bertolucci. Prefazione di Rino Tommasi.
Arezzo : Limina, 2006 - Collana Storie e miti, 116 - 258 p. - Eur 13,50 - ISBN : 8860410207
La scheda bibliografica è dovuta a deformazione professionale…
Inizio subito dicendo che è stato uno di quei libri che ho letto
avidamente. Ne vado sempre in cerca e quando li trovo, purtroppo non
così spesso, mi ci immergo dimentico delle ore di sonno...Mi piacciono questi libri che non si perdono in troppe disquisizioni, che non edulcorano eccessivamente il passato
(Ah, ai nostri tempi… o cose del genere) e che non indulgono troppo
nell’autocelebrazione. Che regalino però al lettore aneddoti spesso
divertenti o curiosi, dal tono leggero, che non si prendano troppo sul
serio, insomma, ma che in sottofondo si pregino di una certa
intelligenza nell’analisi di fatti o situazioni…
Avevo comprato questo libro per la curiosità di leggere qualcosa su Paolo Bertolucci. Reduce dalle sue telecronache di Sky, spesso in coppia con Stefano Meloccaro, mi aspettavo un libro decisamente ironico, e così è stato...Mutatis mutandis, nel panorama delle autobiografie italiane, Bertolucci è un po' il nostro Agassi (gran braccio, fisico così così), e per fortuna al posto della droga si faceva di pasta e fagioli e dolci alla crema... Meloccaro fa invece la parte dello scrittore che raccoglie le confessioni del campione e le confeziona in un prodotto decisamente godibile, senza troppe pretenziosità, per fortuna...
Inoltre, non potevo iniziare se non da questo libro dove nelle prime pagine (p. 19)
incontriamo addirittura un Ubaldo Scanagatta bambino palleggiare con
Bertolucci nel TC del padre di Paolo in quel di Forte dei Marmi.
Molti, come dicevo, sono gli aneddoti curiosi, tipo questo che mi ha
fatto sbellicare: il mentore del nostro Paolo (Mario Belardinelli, di
cui sarebbe interessante tratteggiare un profilo) ai suoi tempi dava
lezione anche a Benito Mussolini, ma quando gli fece notare che
abbisognava di esercitarsi sul rovescio, il Duce rispose: Camerata
Belardinelli, Noi tireremo diritto... Secondo me, al di là delle
implicazioni politiche, è una battuta stra-divertente...
Non si tace neanche le avventure galanti del doppio più famoso
d'Italia, con Adriano in notevole vantaggio... Già, Adriano… L’amico di
una vita per Paolo con cui ha condiviso fin da ragazzino le molte
battaglie tennistiche e le molte schermaglie di gioventù, non vivendo di
luce riflessa (come potrebbe sembrare a un occhio superficiale), ma
riuscendo a ritagliarsi il suo mondo, fatto a misura per lui.
Faccio notare piccoli nei: qualche refuso (spero solo
ortografico) e la non eccelsa qualità della carta, interessanti e
divertenti però le foto con qualche chicca davvero gustosa (tipo
la figurina americana in cui Paolo viene chiamato Pastasciutta Kid, il
Sancho Panza del tennis italiano...). Preziosa invece l'Appendice finale
con tutti gli incontri in singolare e in doppio!
Di Bertolucci, pur non conoscendolo personalmente, ho sempre ammirato
l'ironia e l'autoironia che anche da questo libro traspaiono nonché la
serenità con cui ricorda errori e episodi sia della sua vita personale
che di quella tennistica. Io non so, come si sostiene, se Paolo
Bertolucci, con l'aiuto delle attuali conoscenze medico-dietetiche (vero
Nole?) avrebbe potuto aspirare a maggiori successi, o se sia stata la
sua indole a frenarlo non consentendogli di raccogliere maggiori
successi che il suo talento avrebbe meritato; ritengo però che
un personaggio con queste caratteristiche farebbe ancora molto bene al
panorama sportivo italiano (e non solo tennistico).
Enos Mantoani
Pubblicato su Ubitennis il 12 luglio 2011
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