TENNIS - Qualcuno pensa che gli spilungoni dal servizio-bomba compiano un atto di lesa maestà allo sport degli eleganti gesti bianchi. E' un argomento di cui si parla da decenni. Non basta certo la potenza e un servizio devastante per fare un giocatore, ma chi serve forte faceva paura anche nei bei tempi andati. Basti pensare a veri e propri bombardieri come Vines e Tanner. Senza contare un servizio di Bill Tilden misurato a 262 km/h...
“Trenta aces in dodici turni di servizio.
Considerando che giocava contro uno dei giocatori migliori della sua
epoca e considerando che era una finale a Wimbledon, potrebbe essere la
più grande dimostrazione al servizio di sempre”: così commentò il leggendario Don Budge la prestazione al servizio di quel tennista.
Ma quale tennista? Stiamo forse parlando di Ivanisevic? Becker? Sampras? Federer?
Nossignori, stiamo scrivendo di Henry Ellsworth Vines Jr.!
E non stiamo parlando di racchette atomiche dei nostri tempi, ma delle racchette di legno del 1932.
In quella finale l’americano Vines, classe 1911, sconfisse 6-4 6-2
6-0 l’inglese Bunny Austin. In quel giorno lo statunitense, detto da
alcuni Il Bombardiere, era in stato di grazia e il suo servizio così
forte e veloce che Austin disse che neppure poteva ricordarsi se il match point (ovviamente un ace) gli fosse passato a destra o a sinistra.
Vines vinse anche due US Open, nel 1931 e nel 1932; mentre Bunny Austin
fece “solo” tre finali negli Slam, due a Wimbledon e una al Roland
Garros. L’americano era uno spilungone (almeno per quella generazione)
di 1,90 cm per 65 kg. e il suo tennis era piatto, potente e profondo. Va
da sé che quando era in giornata storta non ne metteva dentro una,
visto che giocava con poco margine d’errore, ma quando era in forma era
un avversario durissimo per l’epoca. Giovanissimo negli anni delle
vittorie negli Slam, passò professionista nel 1934, quando firmò un
contratto per una tournée con Bill Tilden. Fu un successo di botteghino
(oltre 16000 spettatori al Madison Square Garden) e anche sportivo: in
72 incontri sconfisse Tilden 47 volte. A questo link potete vedere il servizio di Vines in una pagina a lui dedicata in francese
A proposito di Tilden, nel 1931, primo anno da professionista, misurarono un suo servizio a 262 km orari.
Dubbi a riguardo di questa misurazione ce ne sono, e ce ne devono
essere. Può comunque valere la considerazione che anche a quell’epoca,
il tennis era anche gioco da bombardieri.
Avvicinandoci ai nostri tempi vi segnalo un episodio che risale al
1979. Roscoe Tanner allora aveva già vinto il suo unico Slam (Open
d’Australia 1977) a colpi di servizi bomba mancini e anche lui era
chiamato il Bombardiere di Chattanooga, dalla sua città natale nel
Tennessee. Siamo nei quarti di finale dell’US Open, Roscoe Tanner contro
Bjorn Borg. Match abbastanza tirato, fino a quando al quarto set Tanner serve, la sua prima di servizio colpisce il nastro e… lo rompe! Sei minuti di interruzione per rimettere il nastro.
Ho cercato invano su YouTube e su altri motori di ricerca un video
della scena (qualcuno di voi lo troverà?). Tanner vinse la partita, ma
perse al turno successivo da Vitas Gerulaitis non riuscendo a coronare
il sogno di vincere gli US Open.
C’è dunque chi sostiene, con rammarico, che nei bei tempi
andati il tennis si giocava in punta di fioretto a differenza di ora e
che Satana in persona abbia inventato racchette in fibra aerospaziale
per sparare missili da tutte le zone del campo e per stroncare il
Serve&Volley! Questa sembra ormai polemica stantìa e fine a
sé stessa, e gli amici di Ubitennis se ne saranno pure stufati. Abbiamo
infatti visto che ogni epoca ha i suoi bombardieri… Infatti il tennis è
un mix tra potenza e altre abilità, e come recitava lo slogan: la
potenza è nulla senza controllo, soprattutto nel tennis…
Pubblicato su Ubitennis il 29 novembre 2011
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